L’ala del Racing 92 è l’escluso più illustre dalla lista di Mario Ledesma. Una storia che va avanti da 5 anni
Alla fine della scorsa settimana, Mario Ledesma ha ufficializzato la lista dei 59 giocatori che verranno monitorati e presi in considerazione per gli impegni internazionali dell’Argentina. Nell’elenco non mancano i nomi di giocatori di stanza in Europa, anche di profili più volte esclusi dalle considerazioni dello staff tecnico dei Pumas nel recente passato, come Pato Fernandez. Manca, però, quello di Juan Imhoff, uno dei più brillanti talenti che il movimento rugbistico argentino abbia prodotto negli ultimi dieci anni. Una scelta che il giocatore, in un’intervista rilasciata a La Nacion, fatica a digerire.
“Quando ho visto la lista mi è presa una tristezza enorme. Si è sommata a quella per la situazione attuale e mi ha catturato in maniera particolare. Un dolore grande – ha affermato l’ala del Racing 92 – Ho cercato di capire perché sono rimasto fuori dai migliori. Mi batto ogni giorno per guadagnarmi un’opportunità. Mi sono fatto un sacco di domande, sui reali perché sia rimasto fuori dalla lista.”
L’ultima partita giocata da Imhoff con la nazionale albiceleste è stata la semifinale persa contro l’Australia alla Rugby World Cup 2015. Dopo quell’edizione, l’Argentina ha deciso di mettere in atto una politica di selezione di soli atleti militanti in patria. Regola che si è allentata solamente nelle settimane precedenti la scorsa edizione della coppa del mondo, ma Imhoff non è mai stato considerato. Anche adesso che, a guardare la lista dei 59, pare che nessuna norma sia in vigore, il trequarti non figura fra i piani di Ledesma.
“Mario [Ledesma] mi ha chiamato il giorno dopo l’annuncio della lista per spiegarmi la situazione dal suo punto di vista. Vediamo due cose diverse: lui guarda il quadro del 2023 e io mi vedo fuori dai migliori 60 senza averavuto l’opportunità di guadagnarmi un posto.”
“Gli ho detto che le mie uniche intenzioni erano di dare quello che posso al rugby argentino, metterci la faccia e ottenere l’opportunità di competere per un posto. Mi ha risposto che capisce, ma che deve puntare al più largo contesto del progetto per il mondiale del 2023.”
Il giocatore di Rosario ha 32 anni, ed è in effetti probabile che, giunto il mondiale francese, non sia più nelle condizioni di rappresentare al meglio il proprio paese. Tuttavia non esclude di poter fare del bene al gruppo Pumas: “Quando ho parlato con Mario [Ledesma] gli ho raccontato un aneddoto personale della preparazione del mondiale 2011. In quella squadra c’era Lucas Borges, che aveva una storia con la nazionale che parlava per sé. Io ero molto giovane e l’apporto che diede alla mia carriera la sua vicinanza, mostrandomi il cammino attraverso l’umiltà, il lavoro, senza mai darsi per vinto né per l’età, né per la stanchezza, né per il suo stato fisico. Cose che mi hanno segnato per la vita. Quello che voglio è contribuire come posso al rugby argentino, sia giocando che non giocando. Però questo lo decide un’altra persona.”
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.