Il torneo, che inizierà il prossimo 13 giugno, prevede una sanzione diversa rispetto al solito
Il Super Rugby Aotearoa riaccenderà, tra poco più di dieci giorni (kick-off previsto sabato 13 giugno), i riflettori sul rugby giocato, a distanza di tre mesi dallo stop forzato di tutte le competizioni in giro per Ovalia. Lo farà in modo leggermente diverso rispetto a come si è abituati, tra partite a porte chiuse (che caratterizzeranno verosimilmente tutto il mondo sportivo nei prossimi mesi) ed un paio di regole diverse, particolari.
“Vogliamo che questa competizione appaia diversa. Abbiamo avuto un grande supporto in tal senso da parte degli allenatori, dei giocatori e degli arbitri per rendere il Super Rugby Aotearoa un torneo più veloce, sicuro ed emozionante che mai”, ha spiegato, al NZ Herald, Chris Lendrum, head of rugby pro in Nuova Zelanda, chiarendo come questo torneo inedito possa indossare i panni di un laboratorio di novità.
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Ci sarà il Golden Point, per provare ad evitare i pareggi (ne abbiamo parlato diffusamente qui), ma anche e soprattutto una diversa sanzione per quanto concerne i cartellini rossi. Un giocatore espulso, infatti, dovrà abbandonare il campo, lasciando così la sua squadra in inferiorità numerica, ma solamente per 20 minuti. Dopo questo lasso di tempo, infatti, il capo allenatore di un team potrà sostituire l’atleta sanzionato – che non potrà più rientrare in prima persona -, con un elemento dalla panchina, ristabilendo così il 15 v 15.
“Il singolo che commette un fallo grave deve essere sanzionato, ma a volte i cartellini rossi possono avere un impatto eccessivo su una squadra e conseguentemente sull’esito di una partita. Chi ne paga le conseguenze, per un rosso, sono i tifosi, i giocatori e gli allenatori, che vogliono vedere una gara ‘reale’, il cui valore non viene scalfito dal peso di un’inferiorità o superiorità numerica. Sostituire un giocatore espulso dopo 20 minuti rappresenta una soluzione equilibrata, di buon senso”, ha chiarito Lendrum.
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