Cinque anni senza Jerry Collins

Il 5 giugno 2015 scompariva tragicamente uno dei giocatori più amati dal mondo di ovalia

Jerry Collins – AFP

Porirua è una cittadina neozelandese a pochi chilometri da Wellington, un posto magari anonimo a tanti appassionati di palla ovale ma che sicuramente andrebbe inserito nei “luoghi dell’anima” di questo sport. Da dove può arrivare una definizione così carica di significato? Per scoprirlo serve riavvolgere il nastro alla data del 5 giugno 2015, esattamente cinque anni fa. In Europa erano le prime luci del giorno, dall’altra parte del mondo stava per arrivare la sera, e una notizia squassò la comunità locale: il loro figlio prediletto era tragicamente morto. Parliamo di Jerry Collins, uno dei più amati giocatori degli anni scorsi, nato ad Apia nelle Isole Samoa ma cresciuto sin da piccolo a Porirua, posto che lui arriverà a chiamare “casa”. Rivediamo in questo video-tributo alcune delle giocate più famose della sua carriera:

Collins non è l’unico rugbysta internazionale ad essere cresciuto in quella cittadina (si possono citare anche TJ Perenara, Tamati Ellison e Rodney So’oialo), ma per il suo modo di giocare Jerry era sicuramente uno dei più amati. Terza linea dalla potenza fisica devastante, sacrificava puntualmente il suo corpo per spingere la sua squadra di turno al successo, e i suoi scontri facevano impazzire i tifosi di ogni capo del mondo. Una lunga carriera con gli Hurricanes, sette anni con gli All Blacks dal 2001 al 2007 (48 presenze e 5 mete), prima di volare in giro per il mondo tra Francia (Tolone e Narbonne), Galles (Ospreys) e Giappone (Yamaha Jubilo). Prima appunto della mattina di quel maledetto 5 giugno 2015: vicino a Beziers, nel sud della Francia, la macchina che trasportava lui, la moglie Alana Madill e la figlioletta Ayla che aveva solo tre mesi, perse il controllo e si schiantò contro un bus. Per Jerry e la moglie Alana non ci fu nulla da fare, mentre la Ayla si salvò miracolosamente, ma la sentenza arrivò solo dopo un durissimo mese passato in terapia intensiva all’ospedale di Montpellier, con due settimane trascorse in coma. In seguito la bimba venne trasferita in Canada, dove sono i nonni materni a prendersi cura di lei, e sembra che la sua vita stia procedendo in maniera normale, anche se viene tenuta periodicamente sotto controllo dai medici per evitare l’insorgere di problemi legati al tragico incidente.

La morte di Jerry Collins fu letteralmente un dramma per il mondo di ovalia, sconvolto dal modo nel quale uno dei suoi grandi protagonisti fu travolto dal destino. Per quanto possibile, la città di Porirua, dov’è sepolto l’ex All Black, ha cercato di onorare la sua memoria: dal 25 marzo 2016 il piccolo stadio locale si chiama Jerry Collins Stadium. Per non dimenticare mai.

Chissà se Sebastien Chabal, la mattina di cinque anni fa, si è ricordato di questo placcaggio durissimo:

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