Super Rugby, Jaguares: l’esodo è realtà

Clima da fine di un’era nel rugby argentino dopo il rompete le righe della federazione

ph. Christiaan Kotze / AFP

Il Super Rugby per come lo conosciamo potrebbe non rivedere più la luce e la vita dei Jaguares potrebbe essere vicino alla fine.

Nei giorni scorsi la federazione argentina ha dato il via libera ai giocatori: “La UAR ci ha detto che se qualcuno ha offerte dall’estero, dovrebbe accettarle – ha raccontato il capitano della franchigia Jeronimo de la Fuente a ESPN Argentina – Quel che è certo è che il Super Rugby come lo conoscevamo non ci sarà più. Attualmente si sta andando verso un format dove le squadre neozelandesi, australiane e sudafricane giocheranno nei loro rispettivi paesi, lasciando l’Argentina isolata.”

Il primo a partire è stato l’head coach dei Jaguares, Gonzalo Quesada, che ha immediatamente accettato l’offerta presentatagli dal suo vecchio club, lo Stade Français. Per de la Fuente la scelta è invece posticipata: “Ho un contratto fino a dicembre. Aspetterò fino all’ultimo minuto per vedere che decisione prendere.”

Tre fattori hanno contribuito a creare la difficile situazione: una l’ovvio contesto sanitario globale, una le estreme difficoltà economiche che il paese latinoamericano sta attraversando, e in ultima analisi anche la mancata elezione di Agustin Pichot, elemento fondamentale dell’accordo che ha tenuto l’Argentina dentro la SANZAAR negli scorsi anni. Con la sua sconfitta, le volontà di riforma hanno subito una repentina accelerazione.

La federazione argentina avrebbe anche chiesto ai giocatori più pagati dei Jaguares di pattuire un taglio degli stipendi così come accaduto in diverse altre parti del mondo, scontrandosi però con alcune resistenze. Una situazione che potrebbe coinvolgere tutti i giocatori, che si troverebbero senza contratto nel momento in cui la franchigia dovesse cessare le operazioni. Le possibilità di unirsi a uno dei gironi nazionali del Super Rugby, con quello sudafricano principale indiziato per via dei legami fra i due movimenti, sono remote a causa dei costi esorbitanti che l’operazione richiederebbe.

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Le prospettive immediate indicano un prossimo futuro dove il movimento argentino torni ad essere quello che era negli anni Duemila, con i migliori giocatori mantenuti ad alto livello all’interno dei club europei. Una situazione che comunque portò i Pumas ad un inatteso terzo posto mondiale nel 2007.

Aspettiamo dunque un’estate infuocata per i movimenti di mercato fra Buenos Aires e la Premiership, il Top 14 e, anche se in misura minore, il Pro14. Uno dei primi a muoversi potrebbe essere il seconda/terza linea Marcos Kremer, uno dei giovani di maggiore qualità prodotti dal movimento argentino negli ultimi anni: La Rochelle sarebbe vicina ad assicurarsene le prestazioni.  Il forte seconda linea Guido Petti è stato avvicinato allo Stade Français.

Dovessero esserci le condizioni per perorare la causa agonistica, ad ogni modo, il Rugby Championship 2020 potrebbe svolgersi regolarmente, verso fine anno, con le quattro squadre abitualmente coinvolte regolarmente ai nastri di partenza, anche se in un contesto particolare (ad ottobre/novembre, in un unico hub in Australia). “Abbiamo lavorato con SANZAAR fino alla comparsa dell’emergenza. Ora tutto è in standby. Forse il 2021 sarà considerato l’anno di transizione, poi poi tornerà a negoziare e modificare i cicli. Non vi è alcuna interruzione nelle nostre relazioni con SANZAAR”, ha invece dichiarato Fernando Rizzi, segretario di UAR, in un recente incontro con la stampa, provando a minimizzare quanto sta accadendo.

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