Tutte le indicazioni in vista dei prossimi campionati italiani, maschili e femminili, riguardo l’utilizzo degli stranieri
La Federugby ha pubblicato sul suo portale nella giornata di ieri una circolare relativa ai campionati agonistici per la stagione 2020/21. Il documento, redatto dall’intero Consiglio Federale, ha decretato che nella prossima stagione del Top12 ci sarà spazio in campo per un giocatore non di formazione italiana in meno: scendono infatti da 4 a 3 i posti per chi non sia cresciuto rugbisticamente nel nostro paese. In particolare, su 22 atleti convocati ci dovranno essere almeno 19 atleti di formazione italiana, oppure 20 nel caso in cui i convocati siano 23.
Rimangono uguali invece le possibilità in Serie A maschile e femminile (due non di formazione italiana), Serie B (uno solo) e Serie C (due non “italiani”). Questa disposizione resta valida anche nel caso in cui nella lista gara sia indicato un numero di giocatori inferiore e 22 o 23, dunque la quota dei 19 giocatori di formazione italiana è un requisito obbligatorio per giocare nei campionati italiani.
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Viene inoltre specificato che, per quanto riguarda i 3 giocatori non di formazione italiana schierati nel massimo campioanto, almeno uno di loro debba avere delle precise caratteristiche: essere nato nel 1996 o successivamente, oppure aver giocato in via continuativa in Italia nelle due stagioni precedenti.
Limite di tesseramento degli extracomunitari
L’unica categoria di atleti per cui esiste un limite di tesseramenti è quella degli extracomunitari. Ogni squadra di Top12 ne potrà tesserare solamente 3.
Passando al lato pratico della questione, come può impattare direttamente sulle squadre di Top12 al giorno d’oggi? Ne parla il Gazzettino di Rovigo, che cita proprio il caso dei rossoblù che hanno tra le loro fila quattro elementi sudafricani. Uno di loro dunque sarebbe di troppo, al momento.
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