Il 21enne di Auckland è stato il migliore in campo nella sfida di domenica
Un primo assaggio dei mezzi di Caleb Clarke gli Hurricanes lo hanno avuto poco dopo il decimo minuto, quando il ventunenne ala dei Blues è sfrecciato in mezzo agli ultimi, disperati difensori ospiti per andare a schiacciare in mezzo ai pali.
Forse, però, quell’azione, incentivata dalla scarsa (eufemismo) attenzione difensiva degli avversari, non è stata la cosa migliore del giovane trequarti domenica mattina, quando è risultato essere il migliore in campo della seconda sfida del Super Rugby Aotearoa.
I numeri non dicono tutto, ma danno buona prova della sua prestazione a tutto tondo: 105 metri corsi, cinque difensori battuti, due breaks, 100% al placcaggio e due turnover vinti. Un impatto devastante per un giocatore che quest’anno il Super Rugby non avrebbe dovuto nemmeno vederlo, aggregato alla squadra degli All Blacks Sevens per disputare le Olimpiadi.
Poi, però, i Giochi Olimpici sono stati spostati, e lui è tornato a disposizione della franchigia di Auckland, con la quale gioca dal 2018 per un totale di 14 presenze e 5 mete fino ad oggi.
Caleb Clarke, figlio peraltro dell’ex All Black Eroni, è nato e cresciuto ad Auckland, ha ascendenze samoane e ha militato nelle giovanili dei Blues. Si è fatto conoscere al pubblico non neozelandese nel 2017, quando ha contribuito con sei mete alla vittoria del mondiale under 20 in Georgia da parte dei Junior All Blacks.
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Presente al mondiale giovanile anche l’anno successivo, Clarke intanto ha iniziato la sua carriera in patria: nella Mitre 10 Cup difende i colori di Auckland, la sua città, e in Super Rugby ha iniziato a muovere i primi passi, a soli 19 anni. Fin dalla gioventù ha messo in mostra le doti che abbiamo apprezzato domenica: grande velocità e potenza esplosiva, abbinate a un fisico impressionante (189 cm x 107 kg, secondo il sito ufficiale dei Blues).
Sempre nel 2018 ha anche indossato per la prima volta la maglia della nazionale di rugby a sette, a cui poi si è nuovamente dedicato in questa stagione, vincendo fra l’altro l’oro a Vancouver, nell’ultima tappa disputata prima dello stop alle attività.
Un percorso che indica chiaramente come Clarke sia reputato uno dei profili più interessanti per il prossimo futuro. Per il momento si sta sviluppando in uno splendido e pericoloso attaccante, e non ha dimostrato particolari lacune dal punto di vista difensivo. Per salire ulteriormente di colpi dovrà dimostrare continuità, solidità sotto pressione, in particolare se qualche squadra dovesse sfidarlo in maniera ricorrente alla presa aerea, e migliorare dal punto di vista del gioco al piede. Il materiale grezzo è, comunque, eccellente.
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