Benetton, la piccola rivoluzione in vista del 2021

I tanti, pesanti addii al club veneto non sono la fine di un ciclo, ma una piccola cesura rispetto al recente passato

benetton treviso budd

ph. Benetton Treviso

Otto giocatori su una rosa che ne comprende 42 , più permit players, rappresentano meno di un quinto del totale, ma i nomi che compongono il lotto degli annunciati addii al Benetton Rugby in vista della stagione 2020/2021 sono di quelli importanti, rappresentano una piccola rivoluzione all’interno della rosa dei biancoverdi.

I primi nomi nella lista sono ovviamente quelli dei due pilastri della seconda linea, Dean Budd e Alessandro Zanni, senza dimenticare Marco Fuser. Se il centurione azzurro rimarrà al club, passando tra le fila dello staff tecnico come preparatore atletico, per il capitano neozelandese dei Leoni si prospetta un possibile ritorno in patria, mentre per Fuser si parla di un’avventura all’estero.

Zanni ha disputato 11 stagioni al Benetton, Budd e Fuser 8. Hanno attraversato i diversi momenti del Benetton: quello da battaglia di Franco Smith, l’interregno non esaltante negli anni di Umberto Casellato, la ricostruzione delle ultime stagioni, fino a toccare il massimo risultato mai raggiunto da una franchigia italiana in dieci anni di torneo celtico.

Un pezzo di storia che si tinge anche di tricolore.

In particolare, Dean Budd, ringraziato pubblicamente sui social anche dal presidente federale Alfredo Gavazzi, ha traslato in azzurro la sua capacità di leadership, guadagnandosi il diritto di vedersi assegnati i gradi di capitano. Il suo addio al Benetton comporta anche il suo ritiro dall’attività internazionale.

Tito Tebaldi, invece, la nazionale l’ha ritrovata tornando in Italia, a Treviso, dopo l’esperienza in Galles e in Inghilterra. Ian McKinley ha conquistato la maglia azzurra a suon di prestazioni in biancoverde.

Con l’addio di questi 5 giocatori in particolare si opera una cesura nella storia recente del Benetton: non è la chiusura di un ciclo, ma una piccola, morbida rivoluzione che ringrazia alcuni dei suoi migliori e storici alfieri del recente passato per tuffarsi in una stagione 2020/2021 con nuovo vigore, grazie a una politica di reclutamento che consente al club biancoverde di rinnovare la rosa un poco alla volta, mantenendo intatto il nocciolo del roster e di continuare a competere allo stesso livello. Perché nonostante l’importanza e la caratura degli addii, il livello del Benetton rimane quello di una squadra che può puntare ai playoff.

D’altronde, Pavanello a gennaio era stato chiaro: “Siamo al quarto anno del nostro ciclo, un anno indubbiamente influenzato dal Mondiale tenutosi in Giappone. Un anno che però getta le basi per il futuro ciclo del Benetton.”

“Stiamo attraversando un anno importante sotto la guida di Crowley, un anno in cui si faranno dei ragionamenti per il medio e lungo termine e per cui sarà inevitabile apportare dei cambiamenti. Partiamo dal presupposto che saremo costretti a fare a meno di chi fisicamente o mentalmente ha dimostrato di non poter reggere questo livello.”

“Dispiace perché si tratterà di giocatori che ci lasceranno a causa di infortuni, logorii fisici o ragioni anagrafiche; purtroppo c’è invece chi, anche se talentuoso, mentalmente ha dimostrato di non riuscire a stare al passo con le richieste di club, come il nostro, che ambisce a diventare sempre più prestigioso.”

Un programma chiaro, su cui l’interruzione dei campionati, con le relative conseguenze, sembra aver avuto un impatto limitato, forse accelerando alcune dinamiche. La maggior parte dei piani, in ogni caso, sono rimasti gli stessi, e le valutazioni di Pavanello sono arrivate a compimento.

Nasi Manu, Engjel Makelara e Antonio Rizzi rientrano a titolo diverso negli insiemi del direttore sportivo. Manu ha fatto per la squadra più di quanto si sia percepito dall’esterno, ha portato esperienza, ha aiutato a crescere l’intero ambiente. Il suo impatto in campo, invece, è stato limitato dalle note, e infine positive, vicende mediche. Quella di Rizzi non è una bocciatura: si tratta di un ragazzo di sicuro talento, che è cresciuto tanto a Treviso, ma che ha bisogno di trovare più spazio. Uno spazio che le ambizioni del Benetton in questo momento non possono assicurargli. Infine Makelara, giovane classe 1996: solo 2 presenze per lui da titolare in 3 stagioni, 25 in totale. Avrà l’opportunità di trovare una buona dimensione, probabilmente, nel campionato italiano.

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