Si chiude oggi la straordinaria carriera del flanker sudafricano
Attorno alla metà del mese di marzo, John Adam Barclay – grande terza linea scozzese dell’ultima decade – aveva espresso un timore piuttosto forte. “In molti avranno giocato la loro ultima partita senza essersene nemmeno resi conto”, aveva scritto l’avanti nativo di Hong Kong nel suo editoriale sulle colonne di Rugby Pass.
In mezzo a questa sfortunata categoria di giocatori, è rientrato – suo malgrado – anche Francois Louw, superba terza linea degli Springboks, campione del Mondo con il Sudafrica nel recente Mondiale nipponico, giocando un ruolo decisamente importante, uscendo dalla panchina nelle gare cruciali della rassegna iridata.
Il 35enne flanker di Bath – club inglese con cui gioca dall’ormai lontano 2011, dopo l’esperienza in Super Rugby con gli Stormers -, elemento da 76 caps in maglia Springboks con cui chiuse la propria avventura nel giorno del titolo mondiale, infatti, lo scorso 13 marzo, aveva annunciato il ritiro dall’attività agonistica al termine della stagione ’19/’20.
Today marks my final day as a pro rugby player. No final swan-song game or fairytale farewell but that is not what I will remember. I have the memories of this adventure with me forever & I will look back everyday with my heart full & content. Thank you for being part of that.
— Francois Louw (@FloLouw) June 20, 2020
Da lì a pochi giorni, tuttavia, la situazione legata all’emergenza sanitaria è precipitata, con la Premiership che è stata sospesa a tempo indeterminato, ad ogni modo sin oltre la scadenza del contratto di Francois Louw, che chiuderà così senza una vera gara d’addio da sogno. Aspetto oltremodo spiacevole che, però, non ha scalfito minimamente il fuoriclasse sudafricano perché – come ha ricordato lo stesso flanker di Città del Capo – sarebbero stati in ogni caso altri i ricordi legati alla carriera ovale da conservare realmente.
A partire, ovviamente, dall’indimenticabile successo mondiale dello scorso novembre.
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