E come invece dovrebbe funzionare il calendario internazionale da approvare entro agosto
L’attuale calendario internazionale prevede ancora che a novembre 2020 le squadre dell’emisfero sud volino in Europa per dare il via al consueto autunno di incontri fra squadre nazionali, ma le possibilità che All Blacks, Wallabies e Pumas effettivamente intraprendano i rispetti tour declinano di giorno in giorno.
Secondo quanto riporta il Times, l’ipotesi che in questo momento prende maggiormente corpo è quella di una serie di incontri che coinvolgano le squadre del Sei Nazioni, il Giappone e una fra Fiji e Sudafrica, a seconda dello svolgimento del Rugby Championship.
Dal 2021 in poi, invece, in autunno si giocherebbe una nuova competizione: le migliori tre squadre del Sei Nazioni e le migliori tre dell’emisfero australe in una nuova super lega internazionale da giocarsi fra ottobre e novembre. E’ l’idea che ha preso concretamente corpo nel gruppo di lavoro che World Rugby ha incaricato di provvedere alla riforma del calendario internazionale.
Niente più finestra internazionale estiva, dunque, ma accorpamento dei due attuali momenti dell’attività per le squadre nazionali in uno solo, autunnale, che permetta lo svolgersi di quella che, ufficiosamente, Bill Beaumont aveva chiamato Nations Cup all’indomani della sua elezione.
L’idea permetterebbe non solo di avere un torneo della durata complessiva di due anni con le migliori sei squadre al mondo che si sfidano fra di loro, generando quindi pubblico e interesse, e di conseguenza una maggiore ricaduta economica rispetto agli attuali test matches, ma anche la possibilità di creare un sistema con una seconda e una terza, forse anche una quarta fascia di squadre che si sfiderebbero tra loro, scrive il Times.
Insomma, se dovessimo provare a viaggiare con la fantasia, sulla base dei risultati del 2019, avremmo una prima fascia composta da Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica, Galles, Inghilterra e Irlanda, mentre l’Italia giocherebbe in seconda fascia insieme a Argentina, Francia, Scozia e, verosimilmente, Fiji e Giappone.
Il quotidiano inglese, però, riporta anche quello che in questo momento è il principale freno all’attuazione del progetto: il malcontento dei club di Top 14 e della Premiership, e di una parte di quelli del Pro14, fra cui ci sarebbero anche le compagini italiane. L’accorpamento delle due finestre internazionali significherebbero anche uno slittamento delle date di partenza dei campionati da settembre a dicembre, con ogni probabilità: uno spostamento che non soddisferebbe le loro esigenze, ma soprattutto un’ipotesi per la quale gli attori presi in causa sentono di non essere stati adeguatamente interpellati.
“Vogliamo sederci a un tavolo con i club e dire loro: facciamo una analisi finanziaria della cosa insieme. Se non funziona per i club, allora dovremo accettarlo” ha detto Bill Sweeney, CEO della federazione inglese che siede nel gruppo di lavoro.
Il tempo stringe: ai primi di luglio dovrà essere ufficializzato lo svolgimento del tour in Sudafrica dei British & Irish Lions, mentre entro la metà del mese si dovrà capire come effettivamente chiudere la questione della stagione 2020, ivi compresi i test autunnali. Infine, entro agosto si attende la bozza definitiva per il nuovo calendario internazionale.
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