Colpi d’arma da fuoco, acqua gelida, disciplina militare: quando preparare un Mondiale diventa estremo
È sempre interessante scoprire, anche ad anni di distanza, storie incredibili provenienti dal mondo di ovalia. Nelle ultime settimane sono usciti i dettagli della terribile preparazione che il Sudafrica ha fatto in vista della Coppa del Mondo 2003. Perché terribile? Il motivo è semplice, dato che i giocatori hanno fatto un vero e proprio allenamento militare, in un luogo chiamato Kamp Staaldrad. Ne hanno parlato Jean De Villiers, John Smith e Schalk Burger, non certo tre agnellini, i quali hanno ricordato l’estrema durezza di quel periodo.
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I sudafricani dovevano rivolgersi ai militari che controllavano il campo chiamandogli “Signore” e a loro volta loro venivano identificati con un numero di servizio. Il progetto è stato ideato per dare ai giocatori un assaggio dell’organizzazione e della disciplina militare, ma ha finito per creare più danni fisici che altro. Nel video seguente è possibile ascoltare i tre giocatori poco fa citati che ne parlano durante una puntata speciale del programma “Use it or lose it” di Rugbypass:
Sull’argomento è intervenuto anche Joe Van Niekerk che, intervistato da Midi Olimpyque su quale fosse stato il momento della sua carriera nel quale ha provato paura, ha risposto proprio Kamp Staaldrad. L’ex flanker degli Springboks ha ricordato come i giocatori dovessero attraversare dei tunnel strettissimi stando completamente nudi e mentre veniva loro versata acqua gelida sulla testa. Impressionante anche il ricordo di Schalk Burger: “Appena arrivati al campo, come benvenuto, abbiamo sentito dieci colpi d’arma da fuoco volare sopra le nostre teste. Li abbiamo capito che stavamo per fare qualcosa di davvero estremo”.
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Ricordiamo che, in quella Coppa del Mondo 2003, l’avventura dei sudafricani si interruppe ai quarti di finale contro la Nuova Zelanda. Primo tempo equilibrato sul 13-6, poi nella ripresa gli All Blacks hanno preso il largo fino a imporsi per 29-9.
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