Una soluzione che potrebbe presto essere presa per le compagini 7s
L’impatto della pandemia che ha sconvolto il mondo intero – compreso ovviamente quello sportivo – in avvio di 2020, potrebbe avere una ripercussione di peso sul rugby nel Regno Unito.
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Stando a quanto riportato dal ‘Times’, infatti, proprio in queste settimane sarebbero in corso, a Londra e dintorni, grandi manovre – una bozza di proposta, in tal senso, sarebbe già stata presentata al comitato olimpico UK, lo scorso venerdì -, affinché le selezioni 7s – sia maschile che femminile – di Inghilterra, Galles e Scozia si uniscano in un team GB permanente. Una compagine che non sia più dunque esclusivamente prerogativa olimpica, ma che partecipi regolarmente anche a Mondiali di categoria, World Series e tornei di Rugby Europe.
Vantaggi? Da un lato, ovviamente, ridurre i costi, dall’altro alzare gli standard, con tutte e sei le compagini ‘coinvolte’ che in tempi recenti hanno raccolto risultati abbastanza deludenti, a detta della stampa britannica.
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“Abbiamo sempre pensato che un team 7s sotto la bandiera del Regno abbia più senso che averne tre separati, uno per ogni union”, ha affermato al Times Bill Sweeney, CEO di RFU, la federazione inglese di rugby. “Questo vale ancora di più oggi, nell’attuale contesto post emergenza. Abbiamo sempre pensato che un Team GB unito potesse rappresentare il modo migliore per competere alle Olimpiadi. L’impatto di quanto accaduto in tempi recenti, potrebbe darci l’impulso di farlo in piante stabile”, ha ribadito, Sweeney.
Ancora da convincere, tuttavia, con Inghilterra e Galles già favorevoli ad un’eventuale fusione, ci sarebbe la federazione scozzese, che sta portando avanti un progetto di un certo rilievo legato al 7s, con il grande obiettivo dei giochi del Commonwealth 2022.
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