Situazione oltremodo particolare per i Rebels, dettata dalle nuove leggi nel Queensland
Il Super Rugby Aoteaora, torneo domestico neozelandese – unica grande manifestazione ovale attiva, punto di riferimento assoluto degli appassionati rubgistici in questo momento -, ha ormai raggiunto (quasi) un terzo del suo cammino complessivo, dopo che nel weekend è andata in archivio la terza giornata.
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Tra stadi pieni, grandi giocatori all’opera ed estremo interesse per l’interpretazione delle inedite regole sui punti d’incontri, la competizione sta riscuotendo un ottimo successo. Sulla sua scia, nel fine settimana entrante – venerdì 3 luglio -, inizierà anche il corrispondente torneo domestico australiano (diretta tv, anche in Italia, su Sky Sport).
La nuova ondata di casi di coronavirus nello stato di Victoria, quello di Melbourne, città dove giocano le gare casalinghe i Melbourne Rebels, ha costretto le autorità regionali australiane da imporre nuove particolari limitazioni per contenere l’epidemia.
In particolare, lo stato del Queensland, terra dei Reds – che affronteranno in trasferta proprio i Rebels, il 10 luglio -, ha imposto che qualsiasi squadra entri nello stato di Victoria, o anche solo giochi contro un team della stessa ‘regione’ – seppur fuori sede – che non abbia già rispettato a sua volta la quarantena sia sottoposta, al rientro, ad una quarantena di 14 giorni.
Una situazione che, senza accorgimenti, bloccherebbe di fatto tutto il torneo. Motivo per cui i Ribelli sono partiti con ampio anticipo alla volta di Canberra, dove affronteranno i Brumbies all’esordio, e si terranno al di fuori dal loro territorio di riferimento per più di 14 giorni (con la gara contro i Reds che si disputerà in uno stadio alternativo, ancora da definire, nel New South Wales) in precedenza al match contro i Rossi di Thorn, per permettere così alla squadra del Queensland di rientrare a casa senza doversi sottoporre a pause forzate.
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