Il numero 8 dei Blues ha catturato le attenzioni di tutti nei primi 240 minuti del Super Rugby Aotearoa: per lui un futuro da All Black?
Nel Super Rugby Aotearoa nessuna squadra ha un arco narrativo così semplicemente attraente come quello dei Blues, la squadra caduta in disgrazia che cerca di ricostruirsi un presente e un futuro vincenti. E non lo fa solo grazie alla saggia veglia di maestri jedi sulla via del tramonto, né grazie all’avvento di un messia venuto dal sud (dell’isola del nord, ma non ci ingarbugliamo in questi fastidi geografici), ma anche con la forza di un gruppo di giovani giocatori costruiti e cresciuti a Auckland: Caleb Clarke, Mark Telea, Rieko Ioane, TJ Faiane, Dalton Papalii, Hoskins Sotutu.
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Proprio lui, Hoskins Sotutu, è l’uomo del momento. Data di nascita: 12 luglio 1998, ventidue anni da compiere nel giro di pochi giorni. Stampa e addetti ai lavori gridano a tutta forza a Ian Foster di dargli una maglia nera, e anche se per quel ruolo la concorrenza non manca, in questa intera stagione di Super Rugby, sia nella interrotta versione originale che in questa solo neozelandese, Sotutu ha più che legittimato le acclamazioni.
Fino all’inizio di questa stagione, Sotutu aveva ottenuto una sola presenza con i Blues e stentato a comparire con Auckland in NPC. Al mondiale under 20 del 2018, l’unico a cui ha partecipato, gli è stato preferito Devan Flanders, di un anno più giovane, ancora non decollato tra le fila degli Hurricanes. Secondo quello che ha raccontato il numero 8 dei Blues, la colpa sarebbe di certi suoi atteggiamenti, equivocati come poca dedizione al rugby dagli staff tecnici.
Da quando, però, Leon MacDonald ha scelto di giocare la carta Sotutu all’inizio di questa stagione, dandogli la maglia numero 8 per 6 volte in 7 gare del Super Rugby originale, le prestazioni del giovane terza linea sono salite sempre più di colpi, fino a destare l’assoluta attenzione di tutti nei 240 di Super Rugby Aotearoa disputati.
“L’anno scorso lo abbiamo criticato per alcune cose. Ha capito di dover cambiare e lo ha fatto – ha raccontato in settimana al New Zealand Herald il tecnico degli avanti dei Blues, Tom Coventry – Gli abbiamo dato un’opportunità all’inizio della stagione per dimostrare. Gli abbiamo dato fiducia e lui ha colto l’attimo. E’ un catalizzatore di cambiamento.”
Alla ripresa delle attività sportive, Sotutu è arrivato in forma smagliante, facendo registrare i propri record personali nelle sessioni atletiche e fisiche, in palestra e sul campo-
Joe Marchant, il trequarti degli Harlequins aggregato fino a qualche giorno fa ai Blues, lo ha visto così: “Un bel po’ dei ragazzi hanno delle abilità pazzesche. Specialmente in terza linea, Hoskins Sotutu è irreale.”
Deve averlo pensato quando lo ha visto piazzare un grubber nei 22 metri avversari per sfruttare la superiorità al largo e mandare in meta Mark Telea, uno degli highlights della stagione del numero 8, insieme al passaggio lungo sempre per Telea contro i Chiefs o al calcio dalla base della mischia ordinata con gli Highlanders.
Un giocatore dalle molteplici abilità quindi, che oltre a essere sopraffino nelle skills, maturate grazie a un passato da trequarti nelle giovanili, ha anche i fondamentali della terza linea: il baricentro basso lo aiuta a continuare a spingere sulle gambe nel traffico, per farsi spazio e continuare ad avanzare; è un ottimo ricevitore in rimessa laterale per la capacità di staccare rapidamente da terra; è potente e rapido dalla base. In tre giornate di Super Rugby Aotearoa guida la classifica degli offloads e dei placcaggi positivi, è uno dei ball carrier primari della squadra e il secondo bersaglio preferito del lancio in touche.
Contro gli Highlanders ha patito la fisicità degli avanti avversari, soffrendo un po’ nel portare avanti il pallone, ma ha comunque messo il punto esclamativo su due giocate decisive: ha stoppato il pallone dell’estremo avversario in occasione della seconda meta dei suoi, ed ha imprigionato l’ovale nella maul conclusiva che ha permesso ai Blues di strappare un risultato positivo.
A livello internazionale la chiamata degli All Blacks potrebbe non arrivare così presto, ma Foster dovrà fare attenzione a non farselo sfuggire: Sotutu è eleggibile anche per Fiji e Inghilterra, grazie ai propri genitori. Il padre, Waisake, è stato un’ala per la nazionale figiana alla Rugby World Cup 1999: “Il rugby è cambiato tantissimo, ma lui è un giocatore eccezionalmente migliore di quello che ero io a 21 anni. Ma la strada è ancora lunga e deve continuare ad impegnarsi.”
Impegno che non mancherà: se i Blues vogliono accaparrarsi il Super Rugby Aotearoa come pietra fondante di futuri successi, lo dovranno fare basandosi anche sulle prestazioni del proprio numero 8, un giovane che sembra già pronto per vestire il nero degli All Blacks.
Lorenzo Calamai
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