Il seconda linea ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, lo ha annunciato tramite i suoi profili social
Dean Budd si è ritirato dal rugby con effetto immediato.
Dopo la conclusione del contratto con il Benetton Rugby e l’annuncio del ritiro dall’attività internazionale, il seconda linea neozelandese era in dubbio se proseguire o no una carriera che lo ha visto giocare in Nuova Zelanda, fra NPC e Super Rugby, nella Top League giapponese, nel torneo celtico in biancoverde e partecipare a Sei Nazioni e Rugby World Cup con la maglia azzurra dell’Italia, di cui ha avuto anche l’onore di essere designato come capitano (oltre ad aver giocato per cinque mesi in Canada in una squadra amatoriale).
La decisione finale è stata quella di appendere gli scarpini al chiodo, topos su cui ha ironizzato nel suo post su Instagram con cui ha annunciato la decisione: “Non c’è bisogno di una partita d’addio, ho vissuto al meglio e amato ogni momento della mia carriera. Grazie a tutti coloro che ho incontrato lungo la stada, dai campi d’allenamento ai pub, porterò con me incredibili ricordi di questo gioco.”
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Come sempre diretto e conciso, Budd, che ha sempre preferito lasciar parlare il campo rispetto alle dichiarazioni fuori dallo stesso, compito che pur non poche volte ha dovuto assolvere.
Compirà 34 anni alla fine di luglio, gli ultimi otto li ha vissuti a Treviso: arrivato nel 2012 tra le fila della squadra allenata allora da Franco Smith, diventerà con il tempo un punto fermo della squadra, attraversandone i momenti più alti e quelli più bassi. In totale ha giocato 114 partite con i Leoni, segnando 14 mete.
Diventato eleggibile per l’Italia nel 2015, è stato convocato per la prima volta da Conor O’Shea nel 2017. Ha giocato 29 volte in Azzurro, segnando due mete: una a Firenze, contro la Georgia, nel 2018; l’altra al mondiale in Giappone, contro il Canada.
La storia della carriera di Dean Budd, raccontata da lui stesso
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