I racconti di una giornata incredibile: uno dei più forti di sempre in un campionato amatoriale neozelandese
Non si spengono, giustamente, gli echi di quanto fatto da Dan Carter nella giornata di sabato. Il mediano neozelandese, senza dubbio uno dei più forti giocatori di tutti i tempi, è tornato a calcare un campo neozelandese dopo cinque anni. Non lo ha però fatto con gli All Blacks o nel Super Rugby, ma vestendo la maglia del suo primo club, il Southbridge, squadra amatoriale che milita nella lega Ellesmere della zona di Canterburty.
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Al di là del risultato, 54-14 con 12 punti di Carter (6 trasformazioni), è il peso del gesto che ha destato l’attenzione di tutti i media neozelandesi, curiosi di vedere il mitico numero 10 di nuovo in campo per 80 minuti. Non ha tanto senso parlare della sua prestazione, ottenuta contro una squadra e assieme a compagni amatoriali, quanto è interessante parlare delle curiosità che ha regalato la giornata di ieri. Innanzitutto va detto che Carter ha potuto finalmente ritirare il suo blazer del Southbridge, dopo sette anni che questo lo aspettava nella sala dei trofei del club. Questo perché, dopo aver raccolto il 100esimo cap in maglia nera nel 2013, è stato nominato membro onorario a vita della squadra, e dunque aveva diritto a prendersi questo blazer, cosa che ha fatto dopo il match di sabato. Va ricordato che anche il padre di Carter, Neville, ha ricevuto la stessa onorificenza dopo aver disputato oltre 300 partite col Southbridge. Proprio Neville Carter a riguardo ha detto: “Certo che sono molto orgoglioso, è stato un momento speciale e serve per riconoscere tutto il lavoro che Dan ha fatto per promuovere questo club e la nostra zona”.
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Il fenomenale numero 10, che già nel 2014 aveva fatto una partita col suo primo club, ha poi raccontato le sue sensazioni dopo la partita: “Mi è piaciuto moltissimo giocare a questo livello. Come professionisti spesso non abbiamo tempo per farlo, ma è bello poter restituire qualcosa a chi ci ha dato tanto”. Ovviamente anche i dirigenti del club sono stati estremamente soddisfatti di quanto fatto da Carter, che ha portato loro l’attenzione di tutto il mondo ovale. Chris McMillan, manager di Southbridge: “Tutte le nostre strutture erano affollate di gente anche dopo la partita, meglio di così non poteva andare. Abbiamo avuto incassi mai visti prima, e questo ci aiuterà a lavorare nel prossimo futuro”. McMillan ha poi detto come Carter aveva programmato di giocare circa 60 minuti, salvo poi rimanere in campo per tutto l’arco della gara, e di come lo abbia visto davvero in forma. Un’ultima piccola curiosità sulla giornata di ieri ha riguardato il seconda linea Isi Fine, che ha raggiunto i 100 caps con la maglia biancoblù. Il primo l’aveva raccolto proprio nell’ultima partita giocata da Carter con Southbridge nel 2014.
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