La prima meta della seconda partita del Super Rugby AU è l’esecuzione perfetta di una giocata che attacca l’anello debole di ogni difesa: la coda della touche
Dopo appena due minuti e mezzo dal loro ritorno in campo in Australia, con la prima giornata del Super Rugby AU, i Brumbies hanno già segnato.
Lo hanno fatto eseguendo alla perfezione una strike move preparata a tavolino in allenamento, alla prima occasione possibile: la squadra di Canberra trasforma un calcio di punizione in una rimessa laterale dentro i 22 metri avversari, e attacca quello che è l’anello debole di ogni difesa da touche, la rimessa laterale.
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Gli anglosassoni chiamano questo genere di giocate attack the vacuum, attacco al vuoto. Il vuoto sarebbe proprio quello spazio che si viene a creare in fondo all’allineamento della rimessa laterale, con i trequarti che devono partire dieci metri più indietro e il ricevitore e l’ultimo uomo dell’allineamento incaricati di ricostruire il muro difensivo, collegandosi ai compagni.
Anche se l’attacco alla coda della rimessa laterale è un classico, un punto debole della difesa ben noto da sfruttare, negli ultimi anni e in particolare in queste settimane, si nota come le squadre del Super Rugby stiano estremizzando la voglia di andare a cercare quello spazio lì. Anche Waratahs, Crusaders, Reds hanno sfoggiato lanci in rimessa laterale pensati per andare a sfidare le difese avversarie in quel frangente.
La rimessa laterale dei Brumbies comprende 6 uomini, con un settimo a fare da ricevitore e a far pensare all’impostazione di un drive. Fuori dall’inquadratura, all’interno del numero 10 Lolesio, ci sono l’ala interna e il mediano di mischia Joe Powell, pronti ad entrare in azione, con due compiti diversi.
Portata a terra la rimessa, diventa chiaro che si tratta di uno specchietto per le allodole. Il numero 2 Folau Fainga’a gira attorno al raggruppamento e riceve l’ovale per andare ad attaccare proprio la zona che abbiamo sottolineato sopra. Il numero 9 Powell, intanto, finge di attaccare dal lato chiuso, mantenendo così in posizione il giocatore Rebels che presidia il corridoio dei 5 metri ed impedendogli di rinforzare l’interno. L’ultimo uomo in touche è stato sapientemente inglobato, volente o nolente, nella maul. Insomma, il difensore schierato come ricevitore, Jordan Uelese, atto a presidiare il fondo touche, è rimasto isolato.
Fainga’a adesso ha una molteplicità di opzioni: il suo compito è fissare Uelese e scegliere il giocatore in posizione migliore per ricevere il pallone fra Tevita Kuridrani, che arriva con un angolo chiuso al suo esterno, Noah Lolesio, dietro la schiena del centro dei Wallabies, o Andy Muirhead, l’ala con il numero 14 che attacca il canale all’interno di Uelese.
La scelta, corretta, premia proprio quest’ultimo. Per lui è un gioco da ragazzi, poi, arrivare fino in fondo. Meta.
Lorenzo Calamai
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