E il suo scioglimento potrebbe spingere il Sudafrica tra le braccia del Pro14, aumentando le squadre nella competizione
I giorni del Super Rugby per come lo conosciamo sembrano essere contati, e l’esistenza stessa della SANZAAR, la confederazione di Sudafrica, Nuova Zelanda, Australia e Argentina, nata dalla volontà di coordinare la competizione, è in forte dubbio.
E’ quanto emerge dal rapporto ‘Aratipu’, affidato dalla federazione neozelandese ad una commissione di revisione lo scorso aprile. Mandato: analizzare quale futuro possa essere il migliore per il futuro del rugby nella terra della lunga nuvola bianca.
Mancano pochi giorni alla consegna delle raccomandazioni conclusive, ma il nocciolo del rapporto ‘Aratipu’ è stato rivelato ieri in esclusiva dal sito neozelandese Newshub, facendo successivamente il giro del mondo: abbandonare il Super Rugby dal 2021 per indirizzarsi verso una nuova competizione che coinvolgerebbe Nuova Zelanda, Australia e una squadra dalle isole del pacifico per il momento non meglio specificata.
In questi mesi di assenza di rugby giocato sono girate notizie di ogni tipo, progetti fatti e disfatti nell’arco di una giornata, proclami di rivoluzione e mantenimento dello status quo, tutto e il contrario di tutto. Questa volta, però, la concretezza dei propositi è di un altro livello, arrivando direttamente dall’interno di New Zealand Rugby.
Non solo, però, anche diverse voci eminenti del rugby kiwi si sono pronunciate in favore delle possibili modifiche. Leon MacDonald, allenatore dei Blues, ne è un sostenitore: “Sono a favore se riusciamo a mantenere le qualità che hanno reso il Super Rugby un torneo di successo, tutte squadre forti, tutte partite dure.”
Attualmente, in Nuova Zelanda e Australia si stanno giocando due versione ristrette, autarchiche per così dire, del Super Rugby, con le rispettive franchigie a sfidarsi tra loro, con un discreto successo di pubblico. Tuttavia, anche prima dello stop forzato del Super Rugby originale, la competizione stava attraversando un momento di ripensamento: troppe le spese per un campionato che attraversa un numero enorme di fusi orari e che negli anni ha provato a espandersi per catturare il più possibile dai diritti TV, con la sola risultante di perdere l’attenzione e l’interesse dei fan. Che fosse l’ora di cambiare qualcosa, insomma, era già noto prima che tutto si fermasse.
Senza Super Rugby, avrebbe poca ragione d’esistere la SANZAAR, che a quel punto rimarrebbe ente intitolato a governare il solo Rugby Championship.
Con Argentina e Sudafrica escluse, prende sempre più corpo l’idea che quest’ultimo movimento possa guardare all’Europa, aumentando subitaneamente il numero di squadre che prendono parte all’attuale Pro14: Cheetahs e Southern Kings potrebbero essere rimpiazzate dalle quattro franchigie sudafricane del Super Rugby, per creare un Pro16.
Siya Kolisi e Pieter-Steph Du Toit al Lanfranchi di Parma nel 2021? Possibile, ma una eventualità che, per il momento, rimane però ancora nel campo delle ipotesi.
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