L’ex All Blacks, che ha da poco lasciato gli Hurricanes, è sceso sul rettangolo di gioco di un club di periferia
Carlos Spencer ha 44 anni, ma ancora può dire la sua sul campo da rugby. Lo ha fatto questa settimana, scendendo in campo con il Melville Rugby Club contro il Morrinville Sports, nella Premiership A di Waikato, in Nuova Zelanda.
L’ex geniale apertura degli All Blacks è entrato in campo nella parte conclusiva del match, a poco più di dieci minuti dalla fine, con una atipica maglia numero 19, usualmente vestita dalla seconda linea che non parte titolare. Solo un’illusione, però, perché Spencer si è poi messo in cabina di regia, nelle poche azioni in campo disputate.
Le due squadre hanno ottenuto un pareggio per 29-29, ma l’ingresso di Spencer, inizialmente non inserito in lista gara, ha spiazzato tutti, spettatori e atleti.
Una vera e propria visione per gli altri giocatori sul campo, studenti e dopolavoristi che con passione si impegnano per nient’altro che l’amore per il gioco: “all’inizio ero in soggezione – ha detto uno dei suoi compagni di squadra – ma poi mi sono accorto che è solo un tipo normale, ma abituato ad alti standard e con una conoscenza del gioco infinita.”
Che ci fa, quindi, Spencer al Melville Rugby Club? Impiega il proprio tempo dopo aver lasciato lo staff tecnico degli Hurricanes, la franchigia con la quale ha lavorato come assistente allenatore nell’ultimo anno e mezzo.
“Per via di questa crisi, mi era già stato detto da tempo che c’era la possibilità che potessi perdere il lavoro a causa dei problemi finanziari e dell’incertezza sul prossimo anno – ha raccontato Spencer a NZME – La scorsa settimana mi hanno detto che sarei stato licenziato alla fine di agosto. Invece di chiudere la stagione, ho allora pensato di approfittarne per passare un po’ di tempo con la mia famiglia e pensare a quale possa essere la nostra prossima mossa.”
E così, nel frattempo, uno dei più famosi numeri 10 del rugby moderno ha trovato modo di condividere la sua esperienza in un nuovo contesto, anche se decisamente più piccolo rispetto al Super Rugby Aotearoa, dando una mano allo staff tecnico del Melville.
“Non ho fretta di prendere una decisione per il futuro. Voglio solo godermi la mia famiglia e vedere finalmente i miei figli giocare a qualche sport.”
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