Importanti novità per otto squadre sudafricane dopo la volontà espressa del Super Rugby di continuare senza i team della Rainbow Nation
La notizia che il Super Rugby come lo conosciamo non ci sarà più, con la volontà dei neozelandesi di organizzare un torneo composto da squadre australiane e da una del Pacifico, è arrivata in Sudafrica. La federazione dei Campioni del Mondo in carica deve confrontarsi con una realtà molto diversa rispetto a quelle del SR Aotearoa o AU, impossibilitata a ricominciare l’attività per via dei tanti problemi sanitari ancora presenti nel paese, ma quantomeno qualcosa si muove.
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Dopo l’esclusione di Bulls, Sharks, Lions e Stormers dal discorso del Super Rugby si apriranno sicuramente delle discussioni per valutare se ci sia la possibilità di inserire queste squadre nel Pro14, portandolo dunque a un Pro18, ma per il momento la situazione rimane bloccata. Andiamo a vedere allora come sta al momento il rugby sudafricano: nella giornata di venerdì la federazione ha autorizzato le quattro squadre poco fa citate, i Kings e i Cheetas (del Pro14) e Griquas e Pumas (non quelli argentini, ma la formazione di Nelspruit della Currie Cup) a riprendere gli allenamenti anche se senza contatto. Solo loro però, tutte le altre formazioni ovali del paese rimarranno ferme in attesa di evoluzioni della situazione.
Perché è stato dato il permesso a queste otto squadre di tornare in campo anche se solo per il training? Si vuole creare un torneo locale con queste formazioni, sulla falsariga di quanto sta avvenendo in Nuova Zelanda o in Australia. Questo “campionato” dovrebbe iniziare alla fine del mese di agosto, dunque bisognerà vedere cosa succedere con Kings e Cheetas e il loro rapporto col Pro14. Queste le parole di Jurie Roux, direttore generale della federazione: “Questa piccola luce verde che abbiamo dato alle squadre è un passo verso la normalità. Non sarà ancora permesso il contatto in allenamento, ma si potrà usare il pallone e tornare in sala pesi. Già questo è importante per noi, cerchiamo di ripartire il prima possibile”.
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