Uno sguardo al reparto azzurro che dispone di alternative variegate
La nazionale italiana rugby, reduce dal primo raduno stagionale in quel di Parma – incentrato soprattutto sulla valutazione della condizione fisica del gruppo, da parte dell’head coach Franco Smith e del suo staff -, si appresta a vivere, in attesa di indicazioni ufficiali di World Rugby – attese in queste settimane -, un autunno probabilmente denso come non mai, tra i recuperi del Sei Nazioni 2020 con Irlanda ed Inghilterra (24 e 30/31 ottobre, le date nel mirino, allo stato attuale sempre con la spada di damocle delle porte chiuse) e la possibilità concreta, sebbene ancora non ancora ufficiale, di altri tre test (o forse quattro) novembrini, nel contesto di un inedito torneo, assieme alle cinque del Six Nations, più Fiji e Giappone.
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Un tour de force di un mese abbondante, inedito nella prima fase della stagione, con verosimilmente 5 partite in 6 settimane, che verosimilmente richiederà, come indicato proprio da Smith in settimana, l’utilizzo di un gruppo allargato, per evitare/prevenire/combattere infortuni e mantenere alta la qualità delle performance di ogni singolo, senza spremere eccessivamente il singolo atleta in un lasso temporale così ristretto.
Nazionale Italiana Rugby – Quali nomi per i centri per ottobre/novembre?
Purtroppo, a causa di infortuni patiti nel corso delle passate stagioni, gli azzurri hanno dovuto fare a meno durante il Sei Nazioni alle performance di Michele Campagnaro e Tommaso Castello, a lungo 12-13 titolari nel corso dell’era Conor O’Shea. Entrambi stanno recuperando dai rispettivi problemi a ginocchio e caviglia, e nei prossimi mesi dovrebbero tornare in campo, ma sarà verosimilmente complesso ritrovarli arruolabili già per ottobre, al livello richiesto dagli standard internazionali. Le maglie in mezzo al campo, così, potrebbero essere ancora appannaggio del duo Canna-Morisi, partito sempre dall’inizio nel corso del recente Sei Nazioni 2020.
Sicuri
Carlo Canna – Ne abbiamo già parlato diffusamente nello spazio dedicato alle aperture. Il beneventano, dopo essersi ben disimpegnato negli scorsi mesi a numero 12, la sua maglia di primo centro titolare, attualmente, appare più salda che mai.
Luca Morisi – Il ragazzo milanese classe ’91 non ha fornito la miglior versione di sé in tempi recenti. La lunga pausa, tuttavia, potrebbe averlo rigenerato, in vista di un autunno che verosimilmente lo vedrà nuovamente protagonista, anche per questioni di contingenza, con Canna a 12, a numero 13 – nonostante abbia dato probabilmente il meglio di sé a primo centro -, anche perché la somma di classe ed esperienza di cui può disporre il meneghino lo mantengono in alto nelle gerarchie azzurre.
Probabili
Marco Zanon – Sembrava potersi prendere di slancio un posto di rilievo nelle gerarchie di Leoni e Nazionale, sulla scia di un eccellente finale di stagione ’18/’19, ma i problemi fisici reiterati negli scorsi mesi hanno tarpato le ali del centro classe ’97, che, tuttavia, dovesse tornare sugli standard di un paio d’anni or sono, tornerebbe a candidarsi con forza come prima alternativa in mezzo al campo.
Tommaso Boni – Tornato vicino ai suoi miglior livelli – dopo un’annata ’18/’19 tormentata da problemi fisici – il ragazzo classe ’93 ex Mogliano è stato uno degli elementi cardine dei multicolor pre lockdown. Ha le carte in regole per rientrare stabilmente nel gruppo azzurro nei prossimi mesi.
Giulio Bisegni – L’ex Lazio è un’alternativa solida e duttile (spendibile anche all’ala), che nell’ultimo biennio ha fatto con costanza un salto di qualità notevole in Pro14 e che ambisce a ricoprire un ruolo significativo in azzurro, dove, pur non essendo mai stato, di fatto, una prima scelta, ha archiviato in carriera 16 Caps (11 da titolare).
Sorprese
Federico Mori + Giulio Bertaccini – La coppia di centri della selezione Under 20 dell’ultima annata è stata una delle note più liete nel team di Fabio Roselli.
Solidi in difesa, elettrici in attacco, questi due ragazzi hanno qualcosa di speciale. Mori giocherà la prossima stagione in casa Zebre -potrebbe essere tra i primi ad entrare nel nuovo percorso quadriennale di atleti contrattualizzati FIR- dove troverà presumibilmente molto spazio ed avrà modo di testarsi realmente e costantemente in Pro14. Bertaccini, invece, seppur solo 20enne, a Reggio Emilia è già la stella del Valorugby, uno dei team più ambiziosi di tutto il Top12.
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