L’azzurro fa il bilancio sui suoi primi mesi alle Zebre Rugby
Antonio Rizzi e le Zebre Rugby, un matrimonio ovale che sembra essere nato sotto i migliori auspici. Dopo due stagioni formative ma non facili al Benetton Rugby, per via del risicato minutaggio, l’apertura ha voglia di rimettersi in gioco nel Pro14 dimostrando il suo valore a Parma.
Di seguito ecco alcuni passaggi dell’intervista rilasciata dallo stesso Antonio Rizzi ai canali social di quella franchigia multicolor di cui fa parte ormai dallo scorso 22 aprile, data in cui venne ufficializzato il suo approdo alla corte di Michael Bradley.
“Quello che arriva, per me, sara un anno chiave – afferma – spero di riuscire a far vedere ciò di cui sono capace. Ho ventidue anni e sono cresciuto nel corso della mia carriera, ma ho ancora molta strada da fare: in attacco devo migliorare la velocità dei miei passaggi, il mio punto debole, mentre in difesa devo lavorare sulla qualità dei placcaggi. Sono cose che rientrano fra i miei obiettivi primari, già dalle scorse stagioni: sono sicuro che riuscirò a colmare queste “lacune”.
“Sono cresciuto nel mito di Jonny Wilkinson – continua lo stesso Antonio Rizzi – lui è stato per molti anni uno dei miei giocatori preferiti, anche se ammetto che negli ultimi tre o quattro anni mi ha affascinato molto Dan Biggar, apertura contro il quale ho avuto l’onore di giocarci contro e per me è stata un’emozione affrontare un giocatore con grandi qualità: mi piace perchè penso sia uno completo. Sa passare, calciare e, inoltre, può giocare anche in altri ruoli. Nel mio caso, il mediano d’apertura è la posizione che prediligo, ma posso anche giocare come primo centro ed estremo.”.
“L’avversario più forte contro cui ho giocato? L’ala dei Northampton Saint Taqele Naiyaravoro: è una montagna, quasi 2 metri di altezza per 140 kg. A uno come me, che è alto 1,80 m e pesa circa 82 kg, faceva impressione”.
“Contro Treviso – conclude pensando al futuro e ai prossimi due derby in arrivo – sarà per me una partita speciale. Li ho lasciato un pezzo di cuore: ho trascorso anni bellissimi e ritroverò compagni a cui sono legato. Sarà una sfida particolare, anche perchè non giochiamo da tempo. Loro sono una squadra forte e completa: hanno giocatori di livello e lo hanno dimostrato in questi anni. Vanno analizzate le situazioni cercando di metterli in difficoltà, sotto pressione: questo sarà fondamentale per provare a batterli”.
“Aver avuto poco minutaggio al Benetton? Un po’ all’inizio si soffre, anche perchè spesso si arriva da realtà dove si è sempre in campo o in panchina, pronti a subentrare. Avevo di fianco grande concorrenza, sono stati comunque per me anni formativi, anche se mi è mancato qualcosa: è andata così, non rimpiango nulla di anni che mi hanno aiutato a crescere e a essere qui ora”.
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