Francia, Inghilterra, Galles, Italia e tante altre: i loro modi (più o meno riusciti) per rispondere alla danza di guerra più famosa del mondo
La Haka è uno dei simboli sportivi più riconosciuti nel mondo, un modo di essere tutto neozelandese che ha contribuito a marchiare indelebilmente il mito degli All Blacks. Lo sappiamo, non è l’unica danza di guerra a venire eseguita prima delle partite, ma data l’infinita qualità dei tutti neri è stata preambolo di sfide storiche che le altre squadre del Pacifico (Tonga, Fiji, Samoa) non hanno potuto giocare.
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Si sono costruiti migliaia di miti intorno alla Haka, e con gli anni tante squadre hanno provato a “sfidarla”, non restando immobili (o facendolo dopo) di fronte ai neozelandesi ma provando a rispondere in diversi modi. In questo video di World Rugby andiamo allora a vedere cinque delle risposte che gli All Blacks si sono trovati di fronte nel corso degli anni. Un piccolo spoiler: imperdibile la sfida contro Tonga del Mondiale 2003, quando durante l’esecuzione della Haka i tongani hanno fatto la loro Sipi Tau. Da brividi.
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Si possono poi citare altri due episodi. Il primo riguarda la sfida al Galles nel 2006, quando la federazione dei dragoni avrebbe voluto vietare agli All Blacks di fare la Haka immediatamente prima del match, cercando di imporre l’inno gallese come ultimo atto del pre-partita. I neozelandesi non furono esattamente d’accordo, e guardate dove fecero la loro danza di guerra:
Il secondo caso riguarda gli azzurri e ci riporta al 2007. Gara d’esordio del Mondiale a Marsiglia, Italia che sceglie di non guardare gli avversari durante la Haka ma di comporre un cerchio dando le spalle agli avversari. Mossa tutt’altro che ben accettata dai neri, che si imposero 76 a 14 demolendo subito la nazionale azzurra.
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