Un’eventualità poi fugata: Owens è stato l’arbitro della semifinale fra All Blacks e Inghilterra
Nigel Owens, l’arbitro più in vista del mondo rugbistico, ha rischiato di non essere selezionato nel gruppo dei direttori di gara in carica alla Rugby World Cup 2019.
Lo ha rivelato lo stesso fischietto gallese sulle pagine digitali di WalesOnline, sito internet di news dove Owens tiene una rubrica settimanale, questa volta incentrata sulla figura di Alain Rolland, il designatore della federazione internazionale ed ex arbitro internazionale di alto livello.
“Lasciate che vi sveli un altro piccolo segreto. Prima delle nomine per la World Cup dello scorso anno, Alain [Rolland] mi ha preso da parte e mi ha detto che le mie ultime prestazioni non era al livello dei miei consueti standard. E aveva ragione.”
“Mi ha detto: Nige, devi tornare al tuo meglio. Non ti considererò per la World Cup a meno che tu non mi convinca che sei ancora bravo abbastanza da dirigere una delle partite a eliminazione diretta.”
Nigel Owens, una delle figure di maggior rilievo del panorama arbitrale mondiale, con un’esperienza di tre tornei iridati alle spalle, non avrebbe certamente potuto andare in Giappone per dirigere un paio di partite di girone e poi tornarsene a casa. Piuttosto, Rolland avrebbe indicato un arbitro alle prime esperienze a cui affidare qualche incontro minore.
“Credo che chiunque abbia bisogno di un discorsetto a un certo punto, qualunque sia il suo lavoro. E quello è stato il calcio nel culo di cui avevo bisogno, come nel 2014.”
Non è stata la prima volta, infatti, che Owens ha rischiato di non arbitrare a una Rugby World Cup. Anche nel 2014, prima del mondiale in Inghilterra, l’allora designatore Joel Jutge spronò il gallese a fare meglio, con una ramanzina che ebbe l’effetto di far alzare il livello delle sue direzioni di gara, fino a portarlo alla finale fra Nuova Zelanda e Australia del 2015.
“Mi sono messo d’impegno – scrive Nigel Owens – per tornare al mio livello precedente e rendere le cose il più difficili possibile ad Alain [Rolland] e al suo team, non solo perché non mi lasciasse fuori dagli scontri ad eliminazione diretta, ma anche perché mi considerassero per la finale stessa, nonostante l’avessi già arbitrata.”
“Alla fine ho ottenuto l’importante semifinale fra Nuova Zelanda e Inghilterra, che alcuni commentatori hanno definito la partita più bella del torneo. Significa che ero anche uno dei nomi in lizza per arbitrare la finale. Jerome Garces è stato poi giustamente scelto e ha offerto un’ottima prestazione, come ci si aspetta da un direttore di gara così capace.”
“E’ stato uno degli arbitri di punta del gioco nelle ultime stagioni, insieme a Wayne Barnes e Jaco Peyper, e penso che se avesse dovuto toccare a qualcun altro, erano loro che avrebbero meritato di dirigere la finale ancor prima che qualcuno la facesse per una seconda volta.”
Le riflessioni di Owens aprono un piccolo squarcio su un aspetto ancora troppo spesso lontano dalle cronache quotidiane dello sport professionistico: la necessità per un arbitro di comportarsi alla stregua di un atleta, con le stesse pressioni, la stessa necessità di porre l’accento sui propri allenamenti e sulle proprie prestazioni. Un mestiere sofisticato, quello del direttore di gara, senza il quale, ricordiamocelo, non potrebbe nemmeno esistere il gioco.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.