Dietro la scelta della rappresentativa nipponica e di quella isolana
Giappone e Fiji nell’8 Nazioni che, manca ancora l’ufficialità piena, dovrebbe iniziare nel prossimo autunno. Ma perchè proprio loro e non altre squadre? Una domanda che trova risposte in alcune considerazioni di carattere sportivo ed economico. Andiamo quindi a “fare” la singola tara di ognuna delle due rappresentative.
Giappone
Si è vociferato più di una volta che i nipponici siano stati vicini all’ingresso nel Rugby Championship, ma questo non è mai successo. Fatta questa premessa, è doveroso – quando si parla dei Brave Blossoms – pensare al recente passato e al futuro della nazionale del Sol Levante.
Competitività, attrattività economica, gestione logistica: queste le tre parole d’ordine. La Rugby World Cup 2019 è stato un punto di svolta, impossibile negarlo. Il Giappone ha mostrato a tutti di essere una formazione in grado di poter battagliare, e anche vincere, contro le migliori nazioni del mondo (ricordiamo le affermazioni contro Irlanda e Scozia, che fra l’altro hanno fatto seguito alla storico successo del 2015 contro il Sudafrica) aprendo contestualmente le porte a un mercato – per certi versi – ancora tutto da esplorare. Oltre a questo, non va dimenticato che la stagione giapponese, a differenza di Australia e Nuova Zelanda, non è mai partita e questo ha reso tutto “più facile” per certi versi visto che non ci saranno contratti da interrompere o franchigie restie a liberare giocatori.
Qualcuno si era chiesto il perchè del Giappone, che arriverà comunque da migliaia di chilometri di distanza, e la mancanza della Georgia: eccone spiegati i motivi.
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Fiji
Le nazionali isolane sono da sempre formazioni che affascinano chi segue il rugby, sia in modo abituale sia da neofita. In tanti in passato, sia nell’Emisfero Nord che in quello Sud, avevano espresso la volontà di testarsi molto di più contro queste squadre e allora, visto che All Blacks, Wallabies, Pumas e Springboks hanno deciso di rimanere nelle loro basi per organizzare il Rugby Championship, quale miglior occasione per un invito del genere, considerando anche l’elevato numero di giocatori fijiani già presenti nel Vecchio Continente?
Con loro in campo lo spettacolo sarà assicurato in impianti, questo va sottolineato, che quasi sicuramente potranno ospitare un pubblico ridotto.
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