Fantasia nel rugby significa capacità di adattamento, lettura della situazione, interpretazione e, ovviamente, tanto talento
In questa rubrica abbiamo spesso analizzato mete che nascono da una strategia. Un disegno di gioco progettato a priori, che certamente si adatta allo svolgimento dell’azione, ma che ha un avvio preordinato, provato in allenamento, studiato a tavolino dallo staff tecnico per produrre un certo effetto.
Questa volta, invece, sale all’onore delle cronache una meta che nasce da un pallone di recupero, e quindi si basa sulle capacità di lettura immediata, di adattamento, di interpretazione del gioco rotto dei protagonisti. Si fonda, insomma, su ciò che raccontiamo con un termine forse meno tecnico, ma più romantico: la fantasia.
Una fantasia che nell’ultimo turno di Super Rugby, sia Aotearoa che AU, si è espressa in moltissimi modi, ad esempio, nella bellissima mezz’ora di rugby che ci hanno regalato i Reds, prima di buttare tutto nel cestino nei minuti finali. I Blues, però, sono stati gli autori della singola azione più bella del fine settimana.
La sequenza parte da un punto d’incontro vicino alla linea di metà campo, con il pallone appena recuperato dai Blues dopo un errore gestuale degli Highlanders in zona d’attacco. La squadra di Auckland è riuscita a costruire una parvenza di struttura, anche se gli avanti non hanno avuto il tempo e la rapidità di schierarsi nel modo migliore possibile.
La difesa dei padroni di casa ha rinculato alla bell’e meglio: c’è una linea molto densa nei pressi del punto d’incontro, ma con due soli giocatori nella parte lontana del campo. Soprattutto, però, manca la copertura della profondità. Di questo Beauden Barrett se ne accorge quando riceve il pallone, intenzionato a spostarlo al largo. Trattenendo il pallone mezzo secondo in più, BB costringe l’ultimo difensore a salire e a non avere più il tempo per coprire lo spazio alle sue spalle.
L’esecuzione del calcio di esterno destro è una chicca che ci dimostra una volta di più di come questo giocatore sia baciato dagli dei del talento. Non il solo all’interno della rosa dei Blues a quanto pare: Caleb Clarke dev’essere un novello Achille, pucciato in qualche versione neozelandese dello Stige anch’egli, tanto che TJ Ioane, il mediano di apertura avversario, gli rimbalza addosso come vinto da una granitica forza che sembra sovrumana.
Okay, adesso torniamo al secondo 0:04 del video e puntiamo i nostri occhi solo su Finlay Christie, il numero 9 con i capelli rossi, e apprezziamone la linea di corsa in perenne anticipo: quella che lo fa arrivare puntuale all’appuntamento con lo scarico interno di Rieko Ioane.
Una meta semplice, un’azione efficace, costruita sulle fondamenta del gigantesco talento di Beauden Barrett e compagnia.
Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Trovi qui tutte le scorse puntate. Buon divertimento.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.