Glossario del rugby: squadre e competizioni

Dalla A di All Blacks alla W di World Rugby U20 Championship

Glossario del rugby: squadre e competizioni – ph. Sebastiano Pessina

Le parole sono importanti, si diceva in quel film di alcuni anni fa. Poiché il rugby non si esime da tale assunto, abbiamo pensato di raccogliere le parole del rugby in un sorta di glossario. Una lista di termini che raccoglie, per neofiti ma anche per esperti, storia, tradizioni e amenità della palla ovale vicina e lontana.

Glossario del rugby: squadre e competizioni

All Blacks: la nazionale neozelandese, la squadra più forte e più famosa del mondo del rugby. L’origine del nome non è chiarissima: per il colore della maglia (tutti neri) o per un refuso giornalistico (una squadra che giocava
così veloce che i suoi giocatori sembravano “all backs”, tutti trequarti).

Auld Alliance Trophy: uno degli ultimi trofei a essere stati creati per essere disputati durante il Sei Nazioni. Se lo giocano Scozia e Francia, il primo è stato assegnato nel 2018.

Azzurri: il nome con cui è conosciuta la nazionale italiana non solo nel nostro Paese, ma anche all’estero. La ragione? Il colore della maglia, eredità di casa Savoia.

Barbarians: la squadra ad inviti più antica e famosa del rugby. Ottenere una convocazione per una tournée è un’onore che tocca a pochi. Fra gli italiani, lo hanno ottenuto questi. Si gioca con maglia a strisce orizzontali bianche e nere, pantaloncini neri e calzettoni del proprio club di appartenenza. E l’atmosfera è all’insegna del divertimento, in campo, e della goliardia, fuori dal campo.

Bledisloe Cup: trofeo assegnato ogni anno alla squadra, fra Nuova Zelanda e Australia, che vince il maggior numero di confronti diretti fra le due nazionali.

Bleus: la nazionale francese, bleus come il colore della loro maglia e come certi formaggi delle loro terre.

British and Irish Lions: una selezione dei migliori giocatori di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda. Gioca ogni 4 anni, compiendo un tour in una delle tre grandi nazionali dell’emisfero australe: Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica. Per i giocatori britannici e irlandesi è il massimo obiettivo di una carriera. Le origini dei Lions affondano le radici alle origini della storia del gioco: il primo tour è del 1888, e ha dato vita a una moltitudine di leggende.

Calcutta Cup: viene messa in palio ogni anno nelle sfide fra Inghilterra e Scozia. E’ il trofeo più vecchio fra i vari che vengono assegnati fra le squadre del Sei Nazioni, la prima edizione risale al 1879. Il nome deriva dal Calcutta Rugby Club, una società sportiva fondata all’inizio degli anni Settanta del XIX secolo e sciolta alla fine del decennio. Per rendere eterno il nome del club, i soci decisero di ritirare dalla banca tutte le rupie dal conto della società e fonderle per creare una trofeo. Quello che nel 1879 venne messo in palio per la prima volta.

Centenary Quaitch: è il trofeo che viene assegnato dal 1989 alla squadra vincitrice dell’annuale confronto fra Scozia e Irlanda, in occasione del Sei Nazioni.

Champions Cup: il principale trofeo europeo per club. Vede competere 20 squadre provenienti dalla Premiership inglese, dal Top 14 francese e dal Pro14 per contendersi in una fase a gironi e in una fase a eliminazione diretta la coppa più prestigiosa del Vecchio Continente.

Challenge Cup: la coppa europea cadetta. Si disputa fra le squadre dei tre principali campionati europei che non prendono parte alla Champions Cup, con alcuni posti riservati per squadre provenienti dal rugby minore.

Currie Cup: il campionato provinciale sudafricano. Rugby per palati robusti, amanti dei grandi scontri fisici fra le migliori scuole rugbistiche del Sudafrica.

Danze di guerra: alcune squadre del Pacifico eseguono queste danze, che non sono necessariamente derivanti dall’ambiente bellico, prima dell’inizio delle partite, dopo gli inni nazionali. La più nota è la haka neozelandese: gli All Blacks ne interpretano due tipi, la più tradizionale ka mate e la più aggressiva kapa o pango, riservata agli avversari particolarmente onorevoli. Le altre note sono la cibi delle isole Fiji, la siva tau samoana e la sipitau di Tonga.

Doddie Weir Cup: dal 2018 Galles e Scozia si giocano questo trofeo, intitolato all’ex seconda linea scozzese Doddie Weir e alla sua associazione benefica in favore della ricerca sulla SLA, patologia da cui è affetto.

Dragoni: soprannome, per la verità tutto italiano, della squadra nazionale gallese, proveniente dal drago che campeggia al centro della bandiera del Galles.

Eagles: le aquile, ovvero i giocatori che rappresentano gli Stati Uniti. Il fiero rapace è il simbolo nazionale, ed anche quello della federazione statunitense.

EPCR: è l’organismo che si occupa del coordinamento delle coppe europee. E’ stato fondato nel 2014 e ha sede a Losanna, in Svizzera. Ne sono principali attori le sei federazioni del Sei Nazioni e le tre principali leghe professionistiche europee (Premiership, Top 14, Pro14).

Grande Slam: è il titolo di cui si può vantare il vincitore del Sei Nazioni che vince il torneo battendo tutte le altre squadre. Si tratta di un trofeo simbolico, di grande valore, ma non materiale: non esiste una coppa del grande slam.

Home Unions: definizione che racchiude le quattro nazionali delle isole britanniche (Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda), quelle dove il rugby è nato e si è sviluppato per primo.

Irlanda: la nazionale irlandese non ha un vero soprannome come molte delle altre, ma merita sapere che nel rugby la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord giocano unite, sotto la stessa maglia e con la stessa bandiera. Ascoltano anche lo stesso inno: Ireland’s call, scritto appositamente per la nazionale ovale.

Lelos: è il soprannome della Georgia. Nel paese est-europeo, infatti, si gioca uno sport tradizione, il lelo burti, che somiglia al rugby. La parola che significa fare punto, lelo, è diventata per estensione anche la traduzione di meta e da qui il nickname della squadra nazionale. I tifosi georgiani cantano: lelo, lelo, Sakartvelo! (meta, meta, Georgia!)

Leones: Los Leones e Las Leonas sono le rappresentative nazionali spagnole, che hanno il grande felino come simbolo della federazione

Lobos: i lupi, ovvero i giocatori della nazionale portoghese. Non è chiara l’origine del soprannome.

Millenium Trophy: dal 1988 è il trofeo che viene assegnato alla squadra vincitrice del confronto del Sei Nazioni fra Inghilterra e Irlanda.

National Rugby Championship: campionato provinciale australiano, a cui partecipa anche una selezione figiana, i Fijian Drua.

NPC: il campionato provinciale neozelandese, fucina di futuri campioni. Sfide di altissimo livello tecnico, ma anche di grande tradizione, con rivalità decennali che si rinnovano di edizione in edizione.

Pumas: la nazionale argentina. Il soprannome in questo caso nasce da un equivoco, visto che il simbolo della Union Argentina de Rugby è un giaguaro.

Premiership: massimo campionato inglese. E’ giocato da dodici squadre. Dopo un girone di andata e uno di ritorno in cui tutte le squadre affrontano le altre, si procede ad una fase finale ad eliminazione diretta fra le prime quattro classificate per stabilire la squadra campione d’Inghilterra. L’ultima classificata retrocede in Championship, la seconda divisione.

Pro14: il campionato internazionale per club a cui partecipano le italiane Benetton e Zebre, insieme a quattro squadre irlandesi, quattro gallesi, due scozzesi e due sudafricane. Le squadre sono divise in due conference da 7, giocano 21 partite di stagione regolare e si qualificano alle fasi finali le prime tre di ogni conference, con le prime classificate che accedono direttamente alle semifinali, mentre le altre quattro si sfidano in un barrage. Non ci sono retrocessioni, è una lega chiusa.

Tutte le classifiche di tutte le competizioni sono qui

ProD2: la seconda divisone del rugby francese. Un campionato professionistico duro e fisico, dal livello medio comunque molto alto e con squadre dalla grande tradizione e dal budget incomparabile a quello delle altre seconde divisioni del resto del mondo. Famoso anche per le notevoli zuffe che esplodono di quando in quando.

Rugby Championship: torneo annuale fra Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica e Argentina. Si disputa durante l’estate dell’emisfero boreale. Fino al 2019, vincere il Rugby Championship nell’anno della Rugby World Cup equivaleva a una sorta di maledizione per il mondiale. Il Sudafrica ha rotto il sortilegio.

Rugby Europe Championship: conosciuto ufficiosamente anche come Sei Nazioni B, è la competizione di livello più alto per nazionali in Europa al di fuori del Sei Nazioni. Anche questa viene disputata ogni anno da sei squadre, e di solito vince la Georgia (11 delle ultime 13 edizioni).

Rugby World Cup: la coppa del mondo di rugby. Ogni quattro anni si elegge la squadra più forte del mondo in un torneo che dura un mese e mezzo circa e mette in campo le 20 migliori squadre del mondo. Si qualificano le prime 12 classificate della precedente edizione e altre 8 nazionali che escono da un lungo percorso ad eliminazione. Nuova Zelanda e Sudafrica hanno vinto il titolo 3 volte, l’Australia 2. L’Inghilterra è l’unica squadra dell’emisfero nord ad aver conquistato una edizione.

Sei Nazioni: il torneo più vecchio del mondo del rugby. In origine erano quattro, le home unions (vedi sopra), poi nel 1910 fu la volta della Francia e divenne Cinque Nazioni. Dal 2000 l’Italia è la sesta nazionale a partecipare. Si gioca ogni anno, fra febbraio e marzo.

Springboks: soprannome della nazionale sudafricana. Lo springbok è una antilope tipica dell’Africa meridionale, e campeggia sulla maglia degli attuali campioni del mondo in carica.

Super Rugby: competizione internazionale per club dell’emisfero sud a cui partecipano squadre neozelandesi, australiane, sudafricane e argentine. Il format (numero di squadre e svolgimento del campionato) cambia spesso, quello che rimane costante è l’assoluta qualità del rugby che vi si gioca, frequentemente d’avanguardia.

Top 12: massimo campionato italiano. Tolte Zebre e Benetton, che giocano un campionato gerarchicamente di livello superiore, il Top 12 racchiude le migliori squadre del nostro paese e assegna il titolo di Campione d’Italia. Si gioca in un girone d’andata e uno di ritorno, con una fase finale a eliminazione diretta a cui accedono le prime quattro classificate. Retrocedono le ultime due.

Top 14: massimo campionato francese. Come dice il nome, è composto dalle migliori 14 squadre di Francia. Dopo un girone d’andata e uno di ritorno si gioca una fase finale ad eliminazione diretta composta di barrage, semifinali e finali. Le prime due classificate della stagione regolare si qualificano direttamente alle semifinali, mentre le squadre dal terzo al sesto posto passano dai barrage.

Tripla Corona: viene assegnata alla squadra delle home unions che riesce, in una singola edizione del Sei Nazioni, a battere le altre tre. Fino al 2006 era un trofeo simbolico, al pari del mitico cucchiaio di legno, ma è poi divenuto poi un trofeo fisico, assegnato finora 10 volte.

Trofeo Garibaldi: dal 2007 viene assegnato alla squadra che vince l’annuale confronto, durante il Sei Nazioni, fra Italia e Francia. Il trofeo è stato scolpito dall’ex terza linea della Francia Jean Pierre Rives.

Tupis: è il soprannome della nazionale brasiliana di rugby. Uno dei paesi dove il rugby è maggiormente in crescita nel mondo, il Brasile ha scelto il proprio nickname nel 2010 con un voto via internet. I tupi sono il principale gruppo etnico indigeno del paese. In precedenza la federazione brasiliana aveva tentato di far passare come simbolo della squadra il fiore victoria amazzonica, ma il pubblico continuava ad essere più fedele all’antica mascotte José Carioca, personaggio dell’universo disneyano.

Wallabies: wallaby è un termine derivante dalla lingua aborigena che oggi indica una serie di animali un po’ troppo piccoli per essere classificati ufficialmente come canguri. Sottigliezze biologiche a parte, comunque, è il simbolo della nazionale australiana di rugby, a cui presta il soprannome.

World Rugby U20 Championship: la coppa del mondo under 20, rassegna annuale delle migliori 12 nazionali del rugby giovanile. Tantissimi grandi giocatori del rugby mondiale vi sono passati, e ogni anno permette a ogni movimento di mettere in mostra i propri migliori talenti. L’ultima classificata retrocede ogni anno nel World Rugby U20 Trophy, una sorta di serie B del mondiale giovanile, il cui vincitore ne prende poi il posto l’anno successivo. La Francia ha vinto l’edizione 2019, quella 2020 è stata cancellata.

Leggi anche: Glossario del rugby: Termini tecnici

Leggi anche: Tutti i ruoli del rugby (in tutte le lingue)

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