Sei Nazioni: storia, regolamento, trofeo e budget

Una guida completa per conoscere il Trofeo più amato dai tifosi europei. Chi lo ha vinto il maggior numero di volte? Quanto prende chi partecipa?

Sei Nazioni storia

Volete sapere tutto sul Sei Nazioni? ph. Sebastiano Pessina

Volete sapere tutto sul Sei Nazioni?
Parlare dei grandi tornei del rugby sembra banale, ma non lo è. Raccontare la storia di questo sport attraverso le grandi competizioni internazionali è sempre affascinante. Significa ripercorrere le sue vicende e i suoi cambiamenti nel corso, ormai, di quasi due secoli. Dal dilettantismo al professionismo, la sua evoluzione tecnica, l’allargamento della sua diffusione, i budget che crescono.

Ma è anche il modo per tramandare una cultura che è qualcosa di più di una saga sportiva, è una vocazione. Il rugby è capace di armonizzare gli aspetti competitivi e identitari con quelli del ferreo rispetto delle regole e dell’avversario.
Sul campo c’è la prospettiva dei sacri valori di questo sport, ma anche quello dei titoli. Uno sport che rifiuta il concetto di partita amichevole, ma che ci tiene a denominare queste sfide Test-Match.
Andiamo a ripercorrere quali sono i principali trofei internazionali del mondo ovale, la loro storia e qualche aneddoto da non dimenticare.

Ovviamente partiamo con il Sei Nazioni.
Il Sei Nazioni/Six Nations è il torneo più importante dell’Emisfero Nord. Per meglio dire, è il torneo internazionale di rugby a 15 più prestigioso del mondo ovale.
Le origini del Torneo risalgono al 1882, anno nel quale viene istituito The Championship. Nella competizione si sfidavano le Home Nations: Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda. La prima edizione si disputò fra il 16 dicembre 1882 al 3 marzo 1883.
Già esistevano Test-Match fra le quattro britanniche (che si giocavano fra gennaio e aprile). Queste risalgono addirittura al decennio precedente (1871). Inoltre, come scopriremo più avanti, una sfida diretta (oggi una grande classica) fra Inghilterra e Scozia, la Calcutta Cup.

Five Nations
Nel 1910, The Championship si aprì alla Francia diventando Five Nations. Ma, nel 1932, i transalpini furono estromessi e tornò a essere giocato dalle quattro squadre fondatrici.
Le ragioni dell’allentamento furono che oltremanica iniziavano a manifestarsi le prime forme di professionismo, assolutamente vietato all’epoca.
Inoltre, il successo che il rugby cominciava a riscuotere sulle tifoserie d’oltralpe e le pressioni esercitate sui club rendevano le prestazioni dei giocatori molto violente. Agli inizi degli anni ‘30 si verificano ben due decessi nel campionato francese, campionato che venne annullato nel 1939.
Il beau geste venne apprezzato e Le Bleus vennero riammessi al Torneo. Ma i galletti dovettero attendere la fine della Guerra per tornare a confrontarsi con le union britanniche.
La sospensione del Torneo del 2020, infatti, non è la prima della sua lunga storia.
Il Cinque Nazioni non si è disputato fra il 1915 e il 1919 e fra il 1940 e il 1946 a causa delle 2 guerre mondiali.
Nel 1972, per via della difficile situazione politica in Irlanda, le nazionali di Galles e Scozia si rifiutarono di recarsi a Dublino per la disputa dei loro match. Il Torneo non fu completato e, per la prima volta dal 1947, non ci fu una squadra campione.

Six Nations
Nel 2000 il Five Nations diventa Six Nations a seguito dell’ammissione dell’Italia nel rugby che conta. Gli Azzurri, il 5 febbraio, nella partita di esordio sconfissero per 34 a 20 la Scozia campione in carica.
Il Sei Nazioni si gioca nell’arco di sette settimane nei mesi di febbraio e marzo nelle capitali delle sei rappresentative.
Non esiste andata e ritorno. Le squadre si affrontano una sola volta nel corso delle cinque partite designate.
Se una squadra gioca tre gare in trasferta e due in casa, l’anno successivo incontrerà gli stessi avversari a campi invertiti, ma non nello stesso ordine.

Come si vince il Sei Nazioni
Dall’edizione del 2017 il Sei Nazioni si è omologato alle varie manifestazioni nazionali e internazionali (i campionati, le coppe, la Rugby World Cup, il Rugby Championship, etc. etc.).
Ogni vittoria assegna 4 “Punti partita”, il pareggio ne vale 2, la sconfitta 0.
Ci sono poi i bonus: alla squadra che realizza 4 o più mete nella stessa partita viene assegnato 1 punto.
Nel caso di 7 o meno punti di scarto, la perdente si aggiudica 1 punto.
3 punti vengono attribuiti alla squadra che vince tutte e cinque le partite, facendo il “Grande Slam” (di cui parleremo più avanti).

Si aggiudica la classifica finale chi ottiene il maggior numero di punti.
In caso di parità tra due o più squadre, verrà dichiarata vincitrice quella con la miglior differenza fra punti marcati e punti subiti nel corso di tutto il Torneo.
Se la parità dovesse persistere, la vittoria sarà assegnata alla squadra che ha realizzato complessivamente il maggior numero di mete. In caso di ulteriore parità, il trofeo verrà assegnato alle squadre classificatesi al primo posto a pari merito.

Il Grande Slam
Vincere il Sei Nazioni è l’obiettivo finale, ma farlo realizzando il Grande Slam è il massimo.
Perché questo avvenga bisogna vincere tutte le partite del Torneo sconfiggendo tutte le altre squadre. Il termine (mutuato anche dal tennis) prende origine dal gioco di carte del bridge. In questo, infatti, il Grand Slam è la conquista da parte di una coppia di tutte le 13 prese, il massimo realizzabile in una mano.
La speciale classifica vede:

  • Inghilterra: 13 Grand Slam, in totale (1913, 1914, 1921, 1923, 1924, 1928, 1957, 1980, 1991, 1992, 1995, 2003, 2016) di cui 2 nel Six Nations.
  • Galles: 12, di cui 4 nel Six Nations (1908, 1909, 1911, 1950, 1952, 1971, 1976, 1978, 2005, 2008, 2012, 2019).
  • Francia: 9, di cui 3 nel Six Nations (1968, 1977, 1981, 1987, 1997, 1998, 2002, 2004, 2010).
  • Scozia: 3 (1925, 1984, 1990).
  • Irlanda: 3, di cui 2 nel Six Nations (1948, 2009, 2018).
  • Italia: 0.

Nonostante non si possa parlare di Grand Slam fino al 1910, anno della prima partecipazione ufficiale francese al Torneo, nel 1908 e 1909, il Galles e l’Inghilterra (l’Irlanda solo nel 1909) giocarono match contro la Francia.
Pertanto, si può attribuire un virtuale Grand Slam ai Dragoni per le edizioni 1908 e 1909.

Il palmares del Sei Nazioni
Osservando il palmares è interessante notare che alcune nazionali dopo l’avvento della formula a 6 squadre non abbiano più conseguito vittorie:

  • Galles 39, di cui 5 nel Sei Nazioni (1888, 1893, 1900, 1902, 1905, 1906, 1908, 1909, 1911, 1920, 1922, 1931, 1932, 1936, 1939, 1947, 1950, 1952, 1954, 1955, 1956, 1964, 1965, 1966, 1969, 1970, 1971, 1973, 1975, 1976, 1978, 1979, 1988, 1994, 2005, 2008, 2012, 2013, 2019).
  • Inghilterra 38, di cui 6 nel Six Nations (1883, 1884, 1886, 1890, 1892, 1910, 1912, 1913, 1914, 1920, 1921, 1923, 1924, 1928, 1930, 1932, 1934, 1937, 1939, 1947, 1953, 1954, 1957, 1958, 1960, 1963, 1973, 1980, 1991, 1992, 1995, 1996, 2000, 2001, 2003, 2011, 2016, 2017).
  • Francia 25, di cui 5 nel Sei Nazioni (1954, 1955, 1959, 1960, 1961, 1962, 1967, 1968, 1970, 1973, 1977, 1981, 1983, 1986, 1987, 1988, 1989, 1993, 1997, 1998, 2002, 2004, 2006, 2007, 2010).
  • Scozia 24, nessuna nel Six Nations (1886, 1887, 1888, 1889, 1890, 1891, 1895, 1901, 1903, 1904, 1907, 1920, 1925, 1926, 1927, 1929, 1933, 1938, 1964, 1973, 1984, 1986, 1990, 1999).
  • Irlanda 23, di cui 4 nel Sei Nazioni (1888, 1894, 1896, 1899, 1906, 1912, 1926, 1927, 1932, 1935, 1939, 1948, 1949, 1951, 1973, 1974, 1982, 1983, 1985, 2009, 2014, 2015, 2018).

Il 15 della Rosa di Lancaster sono la squadra più vittoriosa del moderno Sei Nazioni, seguiti dai Dragoni, dai Galletti e dagli uomini dell’isola di smeraldo.

Il cucchiaio di legno
C’è chi vince il Sei Nazioni, chi lo stravince facendo Grand Slam e chi si aggiudica il famigerato cucchiaio di legno…
Il termine fa riferimento a un’usanza degli studenti del college di Cambridge di assegnare fisicamente un gigantesco cucchiaio di legno al peggior studente di matematica capace comunque di superare gli esami.
Molti studenti di Cambridge di fine ‘800 giocavano a rugby. Portare quella tradizione anche in ambito sportivo fu il passo successivo.
Nel 1894, infatti, il South West Daily Post sottolineava come “la sfida tra Irlanda e Galles avrebbe assegnato alla perdente l’ignobile Cucchiaio di legno”. Il cucchiaio di legno, wooden spoon in inglese, cuillère de bois in francese, è il “premio” per la squadra ultima in classifica.
Il “whitewash” riferito invece a quella sconfitta in tutte le partite che, per l’appunto, va in bianco.
Fisicamente il “wooden spoon” non esiste e non viene, quindi, consegnato nessun “trofeo”.
Da ricordare che nel 1983, un gruppo di tifosi inglesi decise di festeggiare “la vittoria” del cucchiaio di legno fondando una società benefica che aiutasse i bambini disagiati in Inghilterra e Irlanda. Wooden Spoon Society solo lo scorso anno ha distribuito 1,2 milioni di sterline aiutando 115.000 bambini.

Il trofeo del Sei Nazioni
Dal 1993, su idea del Conte di Westmorland, al vincitore viene consegnato un trofeo.
Originariamente si trattava di una coppa in argento, del peso di oltre 5,5 Kg) disegnata da James Brent-Ward e realizzata da un team di otto orafi del laboratorio londinese William Comyns, il cui valore era stimato intorno alle 55.000 sterline.
La forma della coppa era data dall’unione di quindici pannelli che ricordavano il numero dei giocatori di una squadra di rugby, mentre i tre manici erano in omaggio alla terna arbitrale.
Anche la parte interna era in argento, ma lo champagne versato per festeggiare le vittorie l’aveva gradualmente corrosa, così da rendere necessaria una doratura a 24 carati.
La capienza del trofeo era di 3,75 litri (il corrispettivo, per l’appunto, di 5 bottiglie di bollicine francesi, una per ciascun partecipante).
La base di mogano che lo sosteneva nascondeva un cassetto in cui erano contenuti i simboli delle nazioni partecipanti che, a seconda della vincitrice, venivano avvitate sul coperchio.
Nel 2015 il Championship Trophy è stato sostituito (poiché rifletteva la precedente formula a 5 nazioni) con una coppa più moderna realizzata da Thomas Lyte, un celebre argentiere londinese specializzato nella realizzazione di trofei sportivi.

Il budget del Six Nations
Sino al 2004 ad organizzare il Torneo era il comitato delle Sei Nazioni al quale è subentrata la Six Nations Rugby Limited con sede a Dublino. Si tratta di una società privata del tutto indipendente dalla Federazione internazionale, World Rugby.
Il fondo britannico di private equity Cvc che ha forti interessi nel mondo dello sport – già in possesso di quote della Gallagher Premiership (27%) e del Guinness Pro14 (28%) – sta finalizzando un accordo da 300 milioni di sterline, pari a circa 340 milioni di euro, con Six Nations Rugby, per l’acquisizione del 15% delle quote).

Secondo il Telegraph (in una bell’articolo che OnRugby ha ripreso erano 115 milioni di sterline, circa 131 milioni gli euro quelli “mossi” dal Six Nations per la stagione 2019.
Inoltre, il Torneo crea un indotto stimato in altri 120 milioni (50 per ciascuna delle capitali che lo ospitano).
Ciascuna delle Federazioni, oltre a gestire le sue sponsorship, si occupa dell’organizzazione delle partite interne e trattiene interamente gli introiti anche della biglietteria.
Ma, sicuramente la componente principale del bilancio è data dagli introiti dei diritti TV (la competizione è trasmessa in oltre 180 paesi nel mondo).
La vendita dei diritti è centralizzata, è interamente affidata a Six Nations Rugby Ltd che ripartisce in parti uguali fra i 6 partecipanti gli introiti. Su mercati come la Francia e l’area UK i diritti televisivi raggiungono cifre decisamente ragguardevoli (pare che che Bbc e Itv, che si sono assicurate di diritti sino al 2021, versino circa 50 milioni di sterline a stagione).
Ovviamente tutto dipende dal volume d’interesse riscosso dal rugby in ogni singolo paese, non c’è quindi da sorprendersi se gli investimenti, nel nostro, siano decisamente più piccoli. Ma è abbastanza ovvio che l’Italia sia la squadra che gode di maggiori benefici dalla partecipazione al Torneo.
Importanti sono anche gli investimenti per aggiudicarsi le sponsorizzazioni, sebbene le fee siano in calo e il Torneo negli ultimi anni abbia perso un po’ di valore.
Royal Bank of Scotland, per 14 anni title sponsor del Torneo (nel 2018 ha lasciato il posto a National Westminster Bank, controllata di RBS), solo negli ultimi 6 anni di sponsorizzazione pare abbia portato in dote circa 100 milioni di Euro.
Dal 2019 il Torneo prende il nome di Guinness Six Nations. Il celebre marchio irlandese si sarebbe aggiudicato un accordo di 6 anni con un investimento incrementale di 6 milioni di sterline (circa 6,6 milioni di Euro) per il primo anno che porteranno a un raddoppio dell’investimento alla fine della partnership.

I premi del Six Nations
Ogni anno: il 15% dei ricavi è conferito sulla base della classifica, il 10% in funzione del numero di club iscritti alle Federazioni, il restante 75% diviso in parti uguali.

I Trofei a scontro diretto
A corollario del Six Nations si disputano alcuni trofei a scontro diretto di grande valore storico e simbolico, di cui pareremo più avanti: Calcutta Cup, Millennium Trophy, Centenary Quaich, Le Crunch, Trofeo Giuseppe Garibaldi, Trofeo Auld Alliance, Doddie Weir Cup, Triple Crown.

Il Sei Nazioni Under 20
Dal 2008 si disputa un equivalente del Six Nations riservato alle rappresentative Under 20. Ha la medesima formula e lo stesso calendario del Torneo “maggiore”.
Il Palmares del Six Nations Under 20s Championship:
Inghilterra 6 titoli (2008, 2011, 2012, 2013, 2015, 2017), Francia 3 (2009, 2014, 2018), Irlanda 3 (2010, 2016, 2019), Galles 1 (2016).

Il Sei Nazioni Femminile
Non possiamo chiudere il capitolo Six Nations senza parlare della sua versione rosa.
L’attuale Guinness Women’s Six Nations prende origine dal Women’s Home Nations’ Championship, nato nel 1996 e che, come si evince dal nome, si disputava fra le 4 Home Nations.
Tre anni dopo, nel 1999, la Francia entra nella competizione che diventata il Cinque Nazioni femminile.
Nel 2000 l’Irlanda si ritira cedendo il posto alla Spagna.
Nel 2002 le ragazze dell’isola di smeraldo tornano a disputare il Torneo che quindi assume la denominazione di Women’s Six Nations.
Infine, nel 2007, la Spagna è sostituita dall’Italia.
Il Sei Nazioni Femminile ha la stessa configurazione della versione maschile e con essa condivide anche il calendario dei match.
Il Palmares del Women’s Six Nations:
Inghilterra 15 (1996, 1997, 1999, 2000, 2001, 2003, 2006, 2007, 2008, 2009 2010, 2011, 2012, 2017, 2019.,
Francia 6 (2002, 2004, 2005, 2014, 2016, 2018.
Irlanda 2 (2013, 2015).
Scozia 1 (1998).
La Spagna conta tre terzi posti, il Galles tre secondi posti e l’Italia un secondo posto.
Nel 2019, le Azzurre si aggiudicano un secondo posto.

Leggi anche: Rugby Championship: storia, regolamento, trofeo e albo d’oro

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