Il seconda linea friulano fa il punto della situazione a dieci giorni dal ritorno in campo. “Solo con il lavoro possiamo crescere”
Sono dieci i giorni che mancano al ritorno in campo del Pro14, con le Zebre che sfideranno il Benetton di Marco Lazzaroni. Il 25enne terza linea è stato intervistato da Benetton TV, e ha fatto il punto della situazione per quello che riguarda la sua condizione e quella della squadra, ormai al lavoro da diversi mesi sotto gli ordini di Kieran Crowley.
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Riguardo al ritorno in campo dopo cinque mesi, Lazzaroni ha detto come secondo lui la squadra sia tornata in condizione dopo il lungo stop, non credendo che le tossine della pausa siano ancora in circolo. Questa che sta per iniziare sarà per il friulano la settima stagione in maglia Benetton, e sicuramente non mancano gli stimoli per continuare a migliorare, ma serve (come tra l’altro ha sempre fatto in carriera) lavorare a testa bassa e il più possibile. Lazzaroni, che può giocare sia da seconda che da terza linea, ha parlato poi della sua duttilità, dicendo come questa capacità potrebbe essere una freccia al suo arco per dare il suo contributo alla squadra. “Giocherei anche pilone se servisse”. Questa l’intervista completa di Marco Lazzaroni a Benetton TV:
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Che aspetti del gioco vuoi migliorare? Il lavoro in breakdown?
«Quest’anno che sono cambiate un po’ le regole potrebbe essere utile migliorare in vista dei cambiamenti in cui il rugby ogni anno si evolve. Adesso, il fatto di dover essere più reattivi sulla ruck per andare a prendere la palla, piuttosto che essere più resistenti a rimanere sopra, potrebbe essere una cosa utile su cui lavorare in maniera diversa rispetto al modo in cui abbiamo lavorato negli anni passati. Quindi sicuramente ci sono degli aspetti di gioco, viste le nuove regole, per i quali si potrebbe lavorare in maniera più specifica. Intendo fare questo, così come tutti i miei compagni».
Hai un messaggio per i tifosi che non potranno venire a Monigo?
«Credo che più che per loro, sarà dura anche per noi non avere i tifosi allo stadio. Chiedo loro di portare pazienza, come dobbiamo portarla noi. Secondo me sarà forse più bello quando potranno tornare a Monigo. Come quando ti accorgi che ti manca qualcosa solo quando te la tolgono. Secondo me potremmo apprezzare ancora di più il fatto di avere i tifosi allo stadio e loro poter vedere noi giocare. Quindi mando un abbraccio a tutti, spero che tutti siano in salute e ci vediamo presto a Monigo».
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