Sei Nazioni-CVC: la trattativa rallenta

Il board del torneo e il fondo d’investimento non chiuderanno a breve l’accordo

Sei Nazioni

Sei Nazioni: il trofeo esposto al Principality Stadium Ph. Sebastiano Pessina

Sei Nazioni-CVC: la trattativa, annunciata lo scorso luglio dalle parole del vicepresidente di World Rugby Bernard Laporte, rallenta o – per meglio dire – si prende un attimo di pausa.

Come comunicato da una nota della FFR, il board del Sei Nazioni e il fondo d’investimento (che detiene già delle quote significative nella Premiership Inglese e nel Pro14) avranno bisogno di qualche momento in più per finalizzare l’accordo economico, a causa della successione degli eventi verificatasi in questi mesi, che hanno molto colpito tutti i settori, in particolare quello dello sport.

Leggi anche, Cosa aspettarsi dal fondo CVC nel rugby?

Al momento, riporta Rugbyrama, non sembra però essere in discussione la cifra pattuita: circa 75 milioni di euro in 5 anni (per la sola Francia in questo caso), con una percentuale totale del 14,5% del valore del Sei Nazioni stesso, anche se per concludere il tutto è necessario ricordare che servirà l’avallo di tutte e sei le Federazioni chiamate in causa.

Ricordiamo infine, che dopo la sospensione del mese di marzo, il torneo – sia al maschile sia al femminile – ripartirà il 24 ottobre con la sfida fra Irlanda e Italia e si concluderà il 31 ottobre, quando vi saranno di scena i match Italia-Inghilterra, Francia-Irlanda e Galles-Scozia, partite decisive per l’assegnazione del torneo 2020; in un calendario internazionale che proseguirà da novembre in poi con altre partite internazionali che andranno a includere, per quanto riguarda l’Emisfero Nord, sia la nazionale giapponese sia quella fijiana in una competizione che dovrebbe assumere il nome di Super 8.

A questo punto è lecito attendersi che l’accordo definitivo possa essere siglato per il mese d’ottobre quando, tutti si augurano, il rugby possa rilanciarsi.

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