Abbiamo parlato con il DS dei Leoni, ad una settimana dal ritorno in campo
Nonostante il periodo vacanziero almeno nell’immaginario collettivo, con Ferragosto dietro l’angolo, non è tempo di ferie per Antonio Pavanello, con il direttore sportivo del Benetton Rugby operativo su più fronti, tra un mercato divenuto improvvisamente bollente in prima linea ed una stagione che sta riprendere. Lo abbiamo raggiunto per affrontare in sua compagnia i temi del momento.
Pavanello, come avete affrontato l’emergenza piloni sinistri? Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni in entrata?
“Ci siamo dovuti muovere immediatamente, sin dai primi infortuni occorsi ad Appiah e Drudi, per aggiustare il reparto. Da qualche mese ormai Ivan Nemer – in arrivo da Casale – si sta allenando con noi, e ne stiamo apprezzando le qualità. In attesa di ufficializzare il suo arrivo in maglia leonina, probabilmente la prossima settimana, mi sento di dire che – per come lo conosco – può rappresentare una bella scommessa vinta. Il problema a Federico Zani, poi, ci ha portato alla ricerca di una seconda figura da aggiungere nel ruolo. Abbiamo identificato un profilo interessante, sempre italo-argentino. Era già nei nostri radar, ma pensavo potesse essere un giocatore in orbita del Benetton nei prossimi anni, più che a questo giro. Le notizie negative che ci ha colpito, a livello di infortuni negli ultimi tempi, tuttavia, ha fatto sì che si schiacciasse il piede sull’acceleratore. Speriamo di concludere l’affare nei prossimi giorni, e chissà che non possa rivelarsi, nella sfortuna del momento, un colpo in grado di darci una gran bella mano”.
“Ovviamente, viste le contingenze, non abbiamo potuto andare a caccia di top player. Ma ci siamo mossi su profili buoni, molto buoni, peraltro anche di potenziale interesse per il movimento italiano e che fossero UE, per un discorso di lista da presentare in campionato”.
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Cosa si aspetta da queste due partite in arrivo contro le Zebre?
“Sono due partite importanti. Siamo consapevoli di voler e dover ambire alla vittoria di questi incontri. Per certi versi, però, le definirei anche sfide di ‘avviamento’ alla prossima stagione, sia in termini tecnici che di immagine (due successi genererebbero grande energia positiva). Al tempo stesso, tuttavia, daremo la possibilità a tutti di scendere in campo e capire a che punto del percorso di preparazione si trovi realmente ogni atleta”.
Nelle ultime settimane è iniziato il progetto Emergenti. Qual è il suo punto di vista?
“Da ex giocatore che ha vissuto diverse sfide in azzurro, ma che parallelamente è passato attraverso un percorso anche con gli emergenti, vedo molto positivamente questa nuova possibilità di avvicinarsi, prendere le misure e comprendere le dinamiche della nazionale italiana”.
“Rappresenta una delle migliori occasioni per i giocatori che sono rimasti fuori prima dal giro dell’under 20 e poi dalla prima scrematura delle franchigie per approcciarsi all’altro livello, monitorati con attenzione direttamente dallo staff della selezione maggiore. Sarà ancora più interessante se e quando dovesse esserci la possibilità di affrontare test match internazionali”.
“Sia la federazione che Franco Smith vogliono mettere in piedi un progetto credibile e strutturato. Ne sono veramente felice, per la nazionale e per questi ragazzi che ricevono una chance di rilievo per vestire una maglia azzurra”.
Anche per quelli che sono usciti momentaneamente dalle convocazioni del first team…
“Anche ai nostri tempi potevi passare dalla maggiore alla emergenti, dovendo nuovamente dimostrare per riconquistare la seniores. Questo rappresenta un processo di crescita anche mentale dei giocatori. Hanno un’occasione importante di indossare una maglia azzurra, devono farlo al top”.
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