Champions Cup: storia, regolamento, trofeo e albo d’oro

Tutto quello che c’è da sapere sul torneo più importante per i club del Vecchio Continente

Champions Cup

Champions Cup ph. Matteo Mangiarotti

Champions Cup: storia, regolamento, trofeo e albo d’oro. Molto più di un trofeo: imprimere il proprio nome nella storia del rugby di club dell’Emisfero Nord laureandosi campione d’Europa superando le migliori squadre del Vecchio Continente per arrivare alla gloria. Andiamo allora a conoscere un po’ meglio tutti gli aspetti relativi a questo trofeo.

Champions Cup: la storia
La Champions Cup è l’equivalente della Champions League nel calcio, una competizione a cui possono partecipare solo le migliori squadre dei principali campionati europei. Nacque nella stagione 1995-1996 con dodici squadre provenienti dalle federazioni di Francia, Galles, Irlanda, Italia e Romania, dal momento che Inghilterra e Scozia si rifiutarono di mandare i loro club.
Bègles, Castres e Tolosa in rappresentanza transalpina, Cardiff, Pontypridd e Swansea per i gallesi Leinster, Munster e Ulster per gli irlandesi, Milan e Benetton Treviso a difendere i colori italiani e il Farul Costanza da alfiere romeno.
Venne ribattezzata da subito Heineken Cup, poi diventata Heineken Champions Cup, per ragioni di sponsorizzazione cominciando il suo lungo percorso con la sfida storica del 31 ottobre 1995 quando a Costanza, proprio in Romania, i francesi del Tolosa si imposero 10-54 sui padroni di casa lanciandosi in un’avventura che a fine anno gli avrebbe visti vincere l’ambito trofeo.

Quella fu una miccia straordinaria che fece accendere la fiamma della competitività in Europa: nella seconda edizione infatti arrivarono anche le squadre inglesi e Scozzesi e da 12 si passò a 20 squadre, per una Champions Cup spumeggiante.

Un’edizione dopo l’altra iniziò a caratterizzare le varie stagioni rugbystiche continentali: nonostante alcune frizioni tra federazioni, la competizione attirava e attira spettatori in quantità sempre più elevata venendo ospitata templi ovali, ma anche in stadi che di consueto sono dedicati all’uso calcistico (Parc Olympique di Lione nel 2016, il San Mames di Bilbao nel 2018, il St James Park di Newcastle nel 2019).

Un rammarico italiano? Nel maggio del 2015, dopo l’assegnazione avvenuta due anni prima, la coppa si sarebbe dovuta sollevare nei cieli italiani sopra lo Stadio di San Siro a Milano, ma a causa dei contrasti interni all’ECR – che portarono poi alla nascita dell’attuale EPCR – l’atto conclusivo dell’edizione 2014-2015 della Champions Cup venne spostato a Twickenham per garantire quello che si definì come un “miglior ritorno finanziario possibile ai club”.

Champions Cup: il regolamento
Dalle 12 squadre dell’inizio, come detto, a un certo punto si è arrivati a includere addirittura un massimo 24 team, per poi oggi riequilibrare le cose sino alle 20 formazioni attuali (7 dal Top14, 7 dalla Premiership, 6 dal Pro14) che partecipano ogni anno alla Champions Cup.
La prima fase della kermesse di compone di una fase con 5 gironi da 4 ciascuno al termine della quale passano ai quarti di finale le vincitrici di ogni singola pool e le migliori tre seconde, che vanno così a comporre il quadro degli scontri ad eliminazione diretta, in gara singola, sino alla finalissima; prevista solitamente nel mese di maggio.

Champions Cup: il trofeo
L’attuale forma del trofeo richiama quella di un calice con due manici la cui bocca è disegnata a forma di stella. Sulla facciata anteriore è presente il nuovo simbolo del torneo, una palla ovale con all’interno una stella e il nome della coppa, mentre sulla base sono riportati gli stemmi delle squadre che hanno vinto in passato la kermesse. Pesa 13,5 kg ed è alto 70 cm.
In passato invece il suo design era molto più simile a quello di una clessidra, con la parte alta grossa il doppio rispetto alla base e due manici laterali per impugnarla e alzarla nei cieli d’Europa.

Champions Cup: l’albo d’oro
L’albo d’oro della Champions Cup è un po’ come il termometro del rugby europeo di club, un tour nella nobiltà ovale del Vecchio Continente. Dal 1996 (anno della prima assegnazione) ad oggi sono state infatti diverse le formazioni ad essersi alternate sul trono d’Europa, simbolo di tre movimenti su tutti: quello inglese, che vanta complessivamente 9 successi, quello francese, che ne ha messi a referto 8 e quelli irlandese, presente con 7 vittorie.

Nel complesso sono stati 11 i team in grado di entrare nell’albo d’oro della Champions Cup: Tolosa e Leinster, con 4 affermazioni a testa, Saracens e Tolone, entrambe a 3, Leinster, Munster e Wasps, a quota 2, e infine il quartetto Brive, Northampton, Ulster, Bath a 1.

Tante sono state le doppiette, anche se nel recente passato il numero di trionfi consecutivi che si ricorda con maggiore facilità è quello dei “Galacticos” del Tolone, capaci di vincere tre volte di fila il trofeo fra il 2013 e il 2015, prima di lasciare strada idealmente strada all’arrivo dei Saracens, in grado a loro volta di scrivere il loro nome – come detto – tre volte nell’albo d’oro, ma non in maniera continuativa, a “causa” – se così possiamo dire – dell’interruzione di Leinster nel 2018.

Vedremo chi in futuro potrà fregiarsi del titolo, in attesa di capire se la Champions Cup cambierà il suo format nelle prossime stagioni magari favorendo l’arrivo di nuove compagini sul tetto del Vecchio Continente.

L’albo d’oro della Champions Cup 
1995-96 Tolosa
1996-97 Brive
1997-98 Bath
1998-99 Ulster
1999-00 Northampton
2000-01 Leicester
2001-02 Leicester
2002-03 Tolosa
2003-04 Wasps
2004-05 Tolosa
2005-06 Munster
2006-07 Wasps
2007-08 Munster
2008-09 Leinster
2009-10 Tolosa
2010-11 Leinster
2011-12 Leinster
2012-13 Tolone
2013-14 Tolone
2014-15 Tolone
2015-16 Saracens
2016-17 Saracens
2017-18 Leinster
2018-19 Saracens

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