Il coach degli avanti multicolor ha parlato a due giorni dal derby celtico di Monigo
Venerdì sera a Monigo, Andrea Moretti, assistente allenatore della mischia delle Zebre Rugby, sarà uno degli “esordienti” tra le fila dei multicolor. Non una prima volta, però, a livello celtico, avendo – l’ex Petrarca – lavorato ad inizio decennio con gli Aironi. Una prima uscita in cui Moretti, reduce dall’esperienza in Under 20 con il collega Fabio Roselli – assistente zebrato per quanto concerne i trequarti -, si aspetta di vedere continuità di prestazione in un reparto, quello del pack – ed in particolare della prima linea -, che ha rappresentato la nota più lieta dei primi mesi dell’anno corrente.
“Nella passata stagione era stato fatto un ottimo lavoro sia da Carlo Orlandi (passato nel frattempo ai Lyons Piacenza) che dai giocatori e le percentuali sulle fasi di conquista lo dimostrano. Secondo questi dati, il pack delle Zebre è in media con quello delle migliori squadre del torneo”, ha spiegato ai canali stampa ufficiali del club ducale Moretti, indicando anche alcuni frangenti in cui è necessario salire di colpi.
“Se andiamo ad estrapolare le statistiche nella conquista delle rimesse laterali vediamo che ci sono alcune zone del campo, come nei 22 avversari, dove dobbiamo trovare un po’ più di continuità e di consistenza. L’obiettivo è quello di mantenere l’ottimo lavoro fatto in precedenza e migliorarlo in termini di consistenza e di precisione nei momenti della partita in cui dobbiamo dare quel qualcosa di più”, ha proseguito l’ex Aironi.
La qualità dei giovani avanti
Tra i segreti della qualità delle performance degli avanti delle Zebre Rugby, in tempi recenti, ci sono, senza ombra di dubbio, le presenze brillanti di elementi del calibro di Zilocchi, Manfredi e Fischetti, giovani prime linee già nel giro azzurro (ed anche con la titolarità – in pianta più o meno stabile – nel mirino), e dalla crescita anche di ragazzi che partono forse in seconda fila, ma che stanno garantendo un apporto intrigante, come Daniele Rimpelli.
“Innanzitutto è il sistema che ha fatto crescere questi ragazzi prima in Accademia e poi in U20 che comincia a dare i suoi frutti, ma grande merito va riconosciuto al senso del lavoro e alla dedizione di questi giovani giocatori. La loro serietà, disponibilità, attitudine e voglia di emergere è qualcosa che negli ultimi anni è aumentata e che non può che far bene alle due franchigie. Segreti non ce ne sono in realtà, c’è la determinazione e la volontà di perseguire il proprio sogno e di farlo col giusto atteggiamento”, ha spiegato, parlando in generale dei giovani avanti zebrati Moretti, prima di concludere con un occhio a 360 gradi sui prossimi mesi delle Zebre, andando ad indicarne il DNA.
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“Il DNA delle Zebre è abbastanza chiaro e ben marcato. Sono una squadra che gioca un rugby veloce in tutte le parti del campo e che vuole imporre il proprio gioco in attacco. La tecnica individuale e la capacità degli avanti e dei trequarti di saper interpretare le varie situazioni di gioco è fondamentale. Più i palloni escono velocemente dai punti di incontro e più opportunità avremo per fare la differenza; il rugby moderno è così”.
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