L’arbitro gallese ne ha parlato nel suo editoriale sulle colonne del WalesOnline
Nel corso degli ultimi mesi, World Rugby ha definito una serie di linee guida regolamentari che riguardano una delle aree del gioco più difficili e complicate da interpretare e da arbitrare come il breakdown, viste a partire da ieri sera, nella sfida tra Benetton e Zebre, anche in Pro14, con Andrea Piardi che ha dispensato, in un paio di situazioni, alcune dritte ad entrambe le squadre.
Studiando i dati del passato, la federazione mondiale si è accorta che il 9% degli infortuni totali arriva da questo momento ripetuto miriadi di volte durante gli ottanta minuti di ogni singolo match e quindi ha pensato di diramare alcune indicazioni, servendosi di un panel di giocatori, allenatori, arbitri, medici e suoi membri interni, per migliorare il welfare degli atleti in campo.
Grande attenzione alla salute, dunque, ma non solo. Dopo un avvio “complesso”, nel Super Rugby Aotearoa, primo torneo a sperimentare le novità del caso, con un paio di giornate zeppe di penalty, trascorse con arbitri e giocatori intenti principalmente ad adattarsi alle nuove indicazioni, nel corso della competizione, lo spettacolo è salito esponenzialmente, con sfide che – di settimana in settimana – sono diventate mediamente sempre più gradevoli.
I cambiamenti principali
“Sono semplicemente previsti un paio di aggiustamenti sul modo in cui le cose vengono supervisionate in campo. Sono ottimista che le partite miglioreranno di conseguenza a tali adattamenti. Fondamentalmente, quando qualcuno sta cercando di procacciarsi un turnover, se la palla tarda ad essere messa a disposizione, il fischio per il tenuto arriverà più velocemente di quanto non accadesse in precedenza. L’anno scorso sarebbero passati due o tre secondi prima del mio intervento. Quest’anno invece sarà più veloce, per evitare che l’uomo che cerca di fare il turnover venga ripulito in una posizione pericolosa.
Saranno comunque consentite i clear-out legali, ma non vogliamo vedere nessuno essere colpito al collo o alla testa, mentre cerca di contestare il possesso avversario sul punto d’incontro”, ha dettagliato Nigel Owens – nel suo lungo editoriale su WalesOnline -, sottolineando come, a detta sua, questa nuova interpretazione, oltre ad un riflesso positivo sulla salute dei giocatori, potrebbe giovare nel complesso al prodotto rugby.
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“Questo peraltro potrebbe portare a più tempo effettivo di gioco, e ad un rugby più veloce e per certi versi attraente, ma servirà un pizzico di pazienza, a breve termine, da parte di giocatori e dirigenti. Le persone sono arrugginite: ci vorranno alcune settimane per prendere confidenza con i nuovi accorgimenti regolamentari in partita. Non basta provare in allenamento, perché nel corso dei match hai tensioni e preoccupazioni superiori.
Nel SR Aotearoa, all’inizio alcuni arbitri sono apparsi estremamente rapidi nell’atto del fischio, con i giocatori hanno impiegato un poco di tempo per adattarsi. Ma non ci è voluto troppo per sistemare il tutto, con il maggior numero di partite che si sono ben presto rivelate fluide, nonché gradevoli da vedere, con un lavoro molto buono svolto dagli uomini nel mezzo per la maggior parte. Speriamo che accada lo stesso anche in Pro14”.
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