L’allenatore fa un bilancio dei suoi primi mesi in questa nuova veste, senza dimenticare l’esperienza con la Francia al Mondiale
Jacques Brunel torna a parlare. Dopo il Mondiale 2019, nel quale ha svolto il ruolo di ct di una Francia fermatasi ai quarti di finale contro il Galles, e il successivo incarico da consulente tecnico del Valorugby Emilia, l’allenatore transalpino ha tracciato i contorni della sua “nuova vita” ovale a Reggio Emilia.
Valorugby
“Dopo 32 anni di rugby pensato dalla mattina alla sera – afferma al Midi Olympique – mi sono dovuto riabituare alla vita e ho finalmente trovato un ritmo biologico normale. Col Valorugby, club con cui ho sempre avuto contatti in particolare col suo responsabile tecnico (Roberto Manghi) lavoriamo sui gameplan, i progetti di gioco, sia dal vivo sia in video: mi sto divertendo, è un piacere”.
I Bleus nel post Rugby World Cup
“I due anni alla guida della Francia sono stati un po’ difficili – ammette Jacques Brunel – inoltre devo dire che quelli a soffrire più di tutti per le situazioni venutesi a verificare sono stati i miei parenti: loro se le sono sentite più addosso, io ho estrarmi dal contesto”.
I suoi risultati
Jacques Brunel non si tira indietro nello spiegare il come mai di risultati non certo memorabili con la nazionale francese: “Avevamo troppa poca scelta nelle posizioni chiave, come pilone destro, numero e trequarti. Inoltre, a causa degli infortuni, non siamo riusciti a trovare una formazione stabile che venisse impiegata con continuità, soprattutto in mediana. Oggi vedo – conclude – che tutto questo c’è ed è una buona cosa”.
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