Italia, Braam Steyn: “Tanto lavoro per portare in campo il nostro gioco”

Il terza linea dal raduno di Parma: “Per noi è come una pre-season. Ghiraldini può aiutarci a crescere come gruppo di leader”

Braham Steyn Nazionale italiana Rugby

Braam Steyn – ph. Sebastiano Pessina

Mentre prosegue a Parma il lavoro della nazionale italiana agli ordini di Franco Smith e del suo staff, il quarto giorno di raduno è contrassegnato per gli esterni al camp azzurro dall’apparizione davanti ai microfoni di Braam Steyn, uno dei tasselli fondamentali della squadra, dentro e fuori dal campo.

Il terza linea del Benetton e dell’Italia ha raccontato, fra le altre cose, del lavoro fuori dal campo che stanno affrontando i giocatori, fra riunioni collettive ed individuali: “Nelle riunioni con lo staff tecnico ci siamo detti dove siamo come giocatori e dove siamo come squadra, quali sono i lati sui quali dobbiamo migliorare e dove dobbiamo essere più puntuali per centrare i nostri obiettivi. Inoltre continuiamo ad approfondire il lavoro sulla nostra struttura di gioco.”

“Stiamo facendo un gran lavoro con gli avanti – ha precisato Steyn – Vogliamo essere una squadra molto solida nelle fasi statiche, sia in mischia chiusa che in rimessa laterale, per avere una base forte da cui giocare. In terza linea, poi, c’è tantissima competizione: è una situazione ottimale per gli allenatori. Siamo un gruppo di giocatori ognuno dei quali porta qualcosa di diverso quando scende in campo, il che da allo staff la libertà di scegliere di volta in volta la combinazione di cui ha più bisogno la squadra.”

“Tra di noi ci supportiamo l’un l’altro in campo per migliorare. E’ una cosa positiva: era qualche anno che non c’era così tanta competizione per questo e per gli altri ruoli, e questo fa sicuramente bene a tutti per migliorare e conquistare il posto in squadra.”

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“Con Franco Smith è cambiato tutto: è un allenatore molto sicuro di quello che propone e di quello che chiede. E’ un tecnico molto diretto e chiaro. Questo rende più semplice il lavoro a noi giocatori. E’ sicuramente duro, ma è per noi è più facile perché sappiamo esattamente cosa vuole e possiamo quindi capire a che punto siamo, dove migliorare come giocatori.”

Il punto di partenza per questo raduno sono stati i due incontri fra Zebre e Benetton, a cui hanno preso parte tutti i convocati presenti a Parma. Un primo ritorno in campo che non ha pienamente soddisfatto tutto l’ambiente azzurro: “I due derby che abbiamo giocato nelle scorse settimane sono per noi un punto di partenza dal quale incominciare a lavorare. Dopo 7 mesi di stop siamo ripartiti, ma sappiamo che non siamo dove vogliamo essere e che c’è tantissimo lavoro da fare a livello fisico e di intensità. Durante i due match non siamo stati in grado, nessuna delle due squadre, di porre un numero sufficiente di quesiti agli avversari. La cosa buona è che abbiamo ben capito cosa manca e su che cosa dobbiamo lavorare.”

“Per il momento non stiamo guardando all’Irlanda, stiamo lavorando principalmente su noi stessi. E’ una specie di pre-stagione, con tantissime cose su cui lavorare in merito al gioco che vogliamo portare noi in campo – ha raccontato Steyn. Un raduno, quindi, che assomiglia in qualche modo ai primi passi di un club in apertura di una nuova stagione – Quando saremo più vicini alle partite di ottobre, il focus si sposterà maggiormente sugli avversari. Concentrarci su di loro, comunque, non è secondo me fondamentale: rischiamo di perdere di vista quali sono i nostri obiettivi, adesso dobbiamo concentrarci su di noi sia come squadra che come giocatori.”

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Al raduno di Parma i giocatori sono seguiti sia dallo staff prettamente di campo che dal solito contributo di fisioterapisti e medici. Per completare una formazione il più possibile a 360°, ogni atleta intrattiene inoltre colloqui individuali con il nutrizionista e il mental coach della nazionale, per curare ogni aspetto della formazione. E poi c’è chi mette a disposizione la propria esperienza di campo, come Leonardo Ghiraldini.

“Leo è un giocatore che dà sempre il massimo, sia dentro che fuori dal campo – ha detto Braam Steyn – A me fa molto piacere averlo qui perché noi che siamo diventati adesso, tra virgolette, fra i più anziani del gruppo possiamo imparare tantissimo da lui. Un giocatore con tantissima esperienza, che ha vissuto tantissime situazione diverse e che riesce a consigliarci nel modo migliore possibile per diventare un gruppo di leader più forte.”

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