Il tallonatore azzurro snocciola la sua formazione più forte nei 20 anni del Torneo. Due azzurri in campo, tanta Irlanda e una spruzzata di talento in ogni posizione
Da ormai 20 anni gli azzurri fanno parte del 6 Nazioni, e lungo queste due decadi hanno messo in mostra giocatori di grandissimo talento. Uno tra questi è sicuramente Leonardo Ghiraldini, centurione da 104 caps che ha giocato nel Torneo per 53 volte, dal 2006 al 2019. Il sito ufficiale del 6 Nazioni l’ha interrogato su quale sia il miglior XV possibile in base alle sue considerazioni, e ovviamente è venuta fuori una squadra di enorme valore, caratterizzata dalla presenza di due azzurri…e ovviamente da un tallonatore che non si chiama Leonardo Ghiraldini.
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Il XV scelto parte da Andrea Masi come estremo. Il tallonatore azzurro si definisce fortunato nell’aver potuto giocare con l’aquilano, giocatore di grande esperienza che ha lavorato molto duramente per arrivare ad alto livello, vincendo tra l’altro il premio di Miglior giocatore del Torneo nel 2011.
Alle ali troviamo Jason Robinson e Shane Williams. Per quanto riguarda l’inglese Ghiraldini dice (non avendoci giocato contro ma avendolo solo guardato in TV) che è un giocatore “teatrale”, con delle movenze uniche, capace di mettere sempre in difficoltà le difese avversarie. Sul gallese c’è il ricordo della soddisfazione nel placcarlo, e che nonostante fosse piccolo di statura giocasse con enorme durezza.
I centri sono Manu Tuilagi e Brian O’Driscoll: l’inglese viene definito come una vera roccia, anche nelle occasioni di scontro in Premiership, grande conoscitore del gioco e incubo degli avversari quando è in forma. Sull’irlandese c’è la consapevolezza che non esista un secondo centro migliore di lui, capace di fare tutto al massimo livello, e soprattutto il giocatore con i timing migliori mai visti da Ghiraldini.
In mediana c’è la coppia inglese composta da Wilkinson e Youngs: il primo viene definito come l’esempio per tutti i giocatori di rugby, capace di dare sempre il 100% e di fare la cosa giusta in attacco e in difesa. Il secondo fa dell’intelligenza e della conoscenza del gioco i suoi punti di forza, ed è capace di trovare sempre il passaggio giusto per tutti.
La terza linea si apre con Sergio Parisse, il leader vero dentro e fuori dal campo. Ghiraldini sottolinea, oltre all’amicizia diretta con Sergio, la sua infinita passione in ogni situazione di gioco, e la capacità di sapere fare tutto sul campo. Al suo fianco di sono Dusatoir e Dallaglio, due guerrieri dotati di enorme personalità.
In seconda linea poi troviamo Paul O’Connell e Alun Wyn Jones: per quanto riguarda l’irlandese Ghiraldini ne sottolinea la capacità di essere sempre al centro della battaglia, senza mai tirarsi indietro, oltre che di essere un leader assoluto per la sua Irlanda. Sul gallese, messo davanti a gente come Borthwick e Johnson, Leonardo dice che è incredibile la sua capacità di essere al massimo livello da tantissime stagioni, diventando un faro assoluto di una squadra vincente come il Galles.
Colpisce poi la scelta della prima linea, tutta irlandese. Come piloni sono indicati Furlong e Healy, due giocatori dal grandissimo work rate e estremamente tecnici, mentre a tallonatore il nome fatto è quello di Keith Wood: Ghiraldini lo considera il modello del tallonatore moderno, capace di essere un elemento utile in ogni possibile situazione di gioco. Come “scelta di riserva” viene premiato William Servat, tallonatore che tra l’altro lo stesso Ghiraldini ha sfidato nella sua esperienza francese.
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