I neozelandesi critici col calendario del torneo, ma la SAANZAR risponde per le rime
Dopo la diffusione del calendario del Rugby Championship 2020, nell’Emisfero Sud si è aperto un dibattito che sta sfociando in una polemica fra gli All Blacks e la SANZAAR.
New Zealand Rugby infatti, con un comunicato ufficiale, ha espresso il suo disappunto circa la conclusione del torneo in data 12 dicembre; data che a dire della federazione neozelandese sarebbe stata modificata rispetto alla pianificazione originale.
Dove sorge il problema?
Secondo le attuali norme di viaggio e sanitarie della Nuova Zelanda ogni cittadino che intraprende un viaggio all’estero dovrà, dopo essere rientrato in patria, osservare un periodo di 14 giorni di isolamento.
Questo comporterebbe quindi che i giocatori e lo staff degli All Blacks, arrivando fra il 13 e il 14 dicembre a casa loro dovrebbero poi rimanere sino al 27 o 28 dicembre in completa solitudine evitando contatti con l’esterno, non potendo celebrare il Natale coi propri cari.
La situazione attuale
Il CEO federale Mark Robinson si è cosi espresso: “Comprendiamo che la pianificazione del calendario sia una cosa complessa, visti anche i numerosi protocolli in essere, e sappiamo che dietro vi sono anche interessi commerciali, tuttavia riteniamo altrettanto importante il benessere dei giocatori e dello staff.
Onestamente – ha proseguito – siamo delusi, anche perchè questo non era il programma che avevamo accettato. Esamineremo i problemi con SANZAAR e Rugby Australia e lavoreremo per trovare delle soluzioni all’interno della bolla del Rugby Championship 2020”.
La risposta della SANZAAR
Qualche ora dopo il comunicato di New Zealand Rugby, Andy Marinos – CEO di SANZAAR – ha risposto (ai microfoni di 1 News) alle parole di chi lo ha chiamato in causa affermando: “Dobbiamo mettere i fatti sul tavolo. In questi casi un proverbio dice “Non lasciare che quello che accade ostacoli quanto di buono si sta facendo”. L’eventualità era già stata presentata in precedenza dall’Australia, quando si pensava che il torneo si potesse giocare tutto in Nuova Zelanda e all’epoca venne risposto con un “è sfortuna” da parte della NZR”.
“Australia, Sudafrica e Argentina sono stati abbastanza chiare: la loro preferenza è quella di attenersi al calendario”.
Una replicata per certi versi piccata da parte di Marinos, ma che mette “i puntini sulle i”. Vedremo se nei prossimi giorni ci saranno altri sviluppi ricordando che il Rugby Championship 2020 inizierà il 7 novembre.
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