Guida al Pro14 – Scozia

Edimburgo e Glasgow sono realtà estremamente solide nel Pro14. Come si presentano alla stagione che sta per iniziare?

Guida al Pro14: Scozia - ph. OnRugby

Guida al Pro14: Scozia – ph. OnRugby

Leggo da molte parti che il campionato non sarebbe competitivo perché Leinster vince sempre, avendo a disposizione maggiori risorse rispetto alle avversarie. Considerando come sta andando il mondo dopo la pandemia, forse è tempo che il PRO14 introduca il salary-cap, come già fatto in Francia ed Inghilterra. Credo che bisognerebbe introdurlo per fasi, magari con un processo di due/tre anni ma un tetto sui 7 milioni di sterline per tutti livellerebbe gli squilibri, portando il focus di tutti su allenamento e saper fare gli acquisti giusti, non su quanti soldi hai da spendere in più degli altri.

Richard Cockerill, head coach di Edinburgh Rugby, ha cosi espresso il suo pensiero in vista dell’inizio della nuova stagione, un’annata che vede le due scozzesi ai nastri di partenza con obiettivi simili (per entrambe, giocare la post-season “celtica”) e con ambizioni tarate sulla consapevolezza di fare il proprio meglio in un Torneo che le tre “grandi” irlandesi hanno tutta l’intenzione di cannibalizzare.

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Edinburgh Rugby

Principali acquisti: –
Dove eravamo rimasti: 1° posto nella conference B (11 vittorie), quarto di finale di Challenge Cup
Occhi puntati su: In una stagione che sarà, forse ancora più della precedente, anomala per molti aspetti, i giovani dell’Academy del club della capitale avranno il compito di sostituire i nazionali durante le finestre internazionali. Contando che l’autunno internazionale, quest’anno, arriva dopo sole due giornate di PRO14, si capisce che il focus di Cockerill si è spostato sull’inserimento dei ragazzi dell’accademia, molti di loro parte del Super6, cercando di dar loro opportunità di allenarsi coi compagni e ad alcuni di loro di fare esperienza in una gara ufficiale, come accaduto nell’ultimo derby della stagione scorsa – giocatosi un mese fa.

La forza di Edinburgh Rugby è sempre stata il gruppo, in cui Cockerill (che ha rinnovato il suo contratto per altri due anni ed è di fatto il miglior acquisto del club della capitale scozzese) ha saputo instillare fiducia e convinzione. Su una struttura solida, i singoli (van der Merwe, Schoeman e Mata solo per citare tre nomi) hanno potuto mettersi in mostra durante l’annata ma i momenti-chiave sono sempre stati decisi non dalla giocata del “fenomeno” ma da uno sforzo collettivo. Edinburgh sembra ormai essersi scrollato di dosso il complesso da “wee club” e non soffre più il confronto coi cugini dell’Ovest di Glasgow e si candida, dopo l’anno scorso, per lottare ancora sia per un posto nei playoffs, sia per fare bene anche in Champions Cup – cui torna dopo un anno di “purgatorio” in Challenge Cup chiuso ai quarti contro Bordeaux.

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Glasgow Warriors

Principali acquisti: Richie Gray (Stade Toulousain)
Dove eravamo rimasti: 3° posto nella Conference A (8 vittorie)
Occhi puntati su: Danny Wilson – L’ex head coach dei Cardiff Blues e Assistant Coach di Townsend in nazionale ha di fronte a sè un compito tutt’altro che facile, ovvero riportare entusiasmo in un ambiente che ha vissuto la stagione scorsa “senza infamia e senza lode” e con una squadra che si presenta ai nastri di partenza senza pedine fondamentali come Stuart Hogg e Jonny Gray. Le due sgambate contro Edinburgh Rugby di fine agosto hanno confermato che il potenziale c’è ma anche che il gruppo non sembra essere pronto per lottare al vertice.

Huw Jones estremo è una vera e propria scommessa, fatta dallo staff tecnico dei Warriors ma che potrebbe rivelarsi funzionale anche per quello della Scozia. Jones, che tra novembre 2017 e marzo 2018 era diventato uno dei centri più interessanti dell’emisfero nord, si è poi perso un po’ per strada e il suo recupero, visti anche gli elementi ceduti e non rimpiazzati, diventa strumentale per il progetto di Wilson. Hastings e Price in mediana avranno il compito di gestire le giocate, mentre tra gli avanti Oli Kebble, che ha da poco rinnovato il suo contratto, ha il compito di “ispirare” il pack, cercando anche di mettersi in mostra per un’eventuale convocazione in nazionale – per cui è diventato eleggibile in agosto. Obiettivo sarà fare il meglio possibile, ma come sempre i playoffs sono l’holy grail.

Matteo Mangiarotti

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