Mark Robinson della federazione neozelandese nega che la scelta dei sudafricani sia conseguenza di quanto proposto da NZRU
Nella mattinata (italiana) di mercoledì, il capitano degli All Blacks Sam Cane e il chief executive di NZRU Mark Robinson hanno parlato riguardo alla scelta delle federazione sudafricana di puntare a nord. Per Sam Cane il sentimento prevalente è il dispiacere, anche se non è una notizia che piomba a ciel sereno dato che tutti nell’ambiente immaginavano che le cose sarebbero potute andare così visto il probabilissimo cambio di format del Super Rugby nelle prossime stagioni.
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Il capitano dei tutti neri ha dichiarato come: “Sarà speciale tornare a giocare in Sudafrica, anche se avremo la possibilità di farlo solo in un test match internazionale. Penso che la sfida più grande per un neozelandese sia giocare contro gli Springboks di fronte al loro pubblico”. Cane ha ricordato il suo primo viaggio nella Rainbow Nation e l’entusiasmo che lo ha pervaso in quell’occasione, non dimenticando comunque quanto fosse impegnativo spostarsi di così tanti chilometri per più volte all’anno.
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Come detto però non è stato l’unico a tornare su quanto accaduto in Sudafrica, con la palla che è passata alla “politica”. Mark Robinson, chief executive della federazione neozelandese, ha sottolineato come la NZRU rifiuti di prendersi la colpa per quanto successo, volendo però chiudere immediatamente la questione senza dare il via a giochi di parole. Gli è stato chiesto infatti se ritenesse la sua federazione responsabile della scelta, e se pensasse che (come riportato da una voce) anche i rapporti con Rugby Australia fossero al minimo storico: “Nego entrambe le affermazioni, anzi. Ci sono forti dialoghi all’interno di SANZAAR per trovare una soluzione sui problemi in corso. Penso che comunque tutto questo sia solo un riflesso dell’enorme incertezza che circonda il mondo, non solo quello sportivo, in questo momento”.
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