Mori, Violi, Garbisi, il drive, gli spettatori: tutti i protagonisti del primo turno delle franchigie italiane
#1 – Il match-up più affascinante del fine settimana? Federico Mori, alla sua sesta presenza con le Zebre, è stato selezionato all’ala, dove si troverà di fronte Josh Adams, uno dei migliori interpreti al mondo del ruolo nelle ultime stagioni. Una prova subito tosta per il ventenne della franchigia ducale. Per i Blues Adams ha segnato 7 mete in 8 presenze nella scorsa stagione, 39 in 56 apparizioni con i Worcester Warriors nelle tre stagioni precedenti. L’ex Azzurrino sarà all’altezza del compito?
#2 – Paolo Garbisi ha all’attivo una sola presenza in Pro14. Senza nulla togliere alla dignità del derby giocato in agosto, però, questo contro Ulster a Belfast rappresenta il vero battesimo celtico dell’apertura classe 2000. L’infortunio di Allan e l’indisponibilità di Keatley costringono il mediano di apertura appena ventenne a farsi carico delle responsabilità di regia della squadra, una eventualità che, avevamo già detto in tempi non sospetti, sarebbe capitata prima o dopo, vista la rosa non così lunga dei biancoverdi. E tutto il rugby italiano guarda con affettuosa curiosità alla prova del numero 10, assolutamente non definitiva dei suoi talenti ma importante per conquistare quella fiducia necessaria a continuare la sua crescita.
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#3 – A ottobre del 2018 Marcello Violi si infortuna a una spalla. Un brutto colpo: si deve operare. L’Italia e le Zebre rimangono senza la loro prima scelta a mediano di mischia per circa sei mesi. Nel marzo 2019 Violi torna in campo, ma ad inizio aprile è vittima di una ricaduta in allenamento. La spalla sinistra va sotto i ferri e, nonostante il tentativo di rientrare in tempo, il numero 9 deve dire addio alla Rugby World Cup in Giappone. Violi è tornato in campo a novembre 2019, ha giocato 11 partite con le Zebre prima dello stop alle competizioni, solo 6 dal primo minuto. A 27 anni inizia una stagione importante: c’è da riconquistare il ruolo di prima scelta nel club prima e in Nazionale poi. L’avventura incomincia da Parma, contro i Cardiff Blues. In bocca al lupo.
#4 – Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, vedendo tutto il rugby che è stato possibile vedere, ci siamo accorti di come il drive da rimessa laterale non sia più quell’arma devastante e pressoché inarrestabile di qualche tempo fa. Il Benetton è da sempre una squadra che ha saputo continuare ad usare bene la costruzione della maul dopo un lancio in touche, ma nei derby di agosto e in una parte degli incontri della scorsa primavera ha dimostrato di essere un po’ arrugginita in questo particolare aspetto. Chi invece ha nel drive uno dei suoi dimostrati punti di forza è l’Ulster, grazie a un pacchetto di mischia estremamente fisico ed abile nel resistere alle difesa avversarie. Attenzione, quindi: mandare gli irlandesi a 5 metri dalla linea di meta può essere grama eventualità nella fredda serata di venerdì.
#5 – Carta canta, ma non sempre. Anzi, per indulgere con la vulgata: lasciamo parlare il campo. Sì, perché fra squadre ferme praticamente da sei mesi, altre capaci di organizzare un minimo di precampionato e altre ancora che hanno già raggiunto la velocità di crociera per la stagione, l’avvio di questo Pro14 2020/2021 rischia di vedere i valori assoluti sovvertiti. Okay, magari i Dragons non batteranno Leinster a Dublino, ma attenzione a fare i conti sulla reputazione: la prima giornata sarà cruciale per capire la scala di valori in cui si trovano le squadre in questo momento.
Bonus – Il ritorno, anche se parziale, dei tifosi allo stadio è una buona notizia di questa prima giornata. A Parma le Zebre potranno ospitare fino a 1000 spettatori al Lanfranchi, mentre a Belfast saranno 600 i posti a disposizione del pubblico di Ulster-Benetton. Nonostante tutti i disagi, le difficoltà (il Benetton, ad esempio, vola in Irlanda in giornata) e le incertezze sul prossimo futuro, avere una parvenza di normalità e poter accogliere nuovamente famiglie, tifosi ed appassionati sui campi fa bene a tutti, in campo e fuori.
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