Quattro giocatori nati nel 2000, due nel 2001: danno ricambio ad alcuni reparti dove mancano alternative da generazioni
La prima vera tornata di convocazioni dopo la pausa, con tutti i giocatori che militano all’estero disponibili, ed un numero ridotto (33+1) di atleti selezionati, ci regala una reale istantanea – al netto dei tanti infortuni, soprattutto in prima linea – del gruppo su cui intende lavorare, per l’immediato ma anche e soprattutto sul medio/lungo periodo, Franco Smith, capo allenatore azzurro.
Non serve zoomare particolarmente sulla fotografia scattata dal sudafricano per imbattersi nel dettaglio più rilevante della lista. L’Italia del rugby è entrata nel nuovo millennio, attingendo a piene mani dalla nidiata di giovani talenti emergenti nati nei primi anni del 2000 (quattro ’00, e senza l’infortunio al ginocchio degli scorsi mesi avrebbe potuto esserci anche il pilone sinistro Matteo Drudi, e addirittura due ’01), che tanto avremmo voluto vedere giocare nel Mondiale Under 20 di casa, la scorsa estate, e che, va detto, senza grandi sorprese per chi ne ha seguito percorso e recenti performance, ritroviamo con celerità nella compagine seniores.
Un ricambio generazionale (ci sono ben 16 giocatori con meno di 10 caps, compreso l’altro potenziale debuttante Giovanni Pettinelli, solida terza linea classe ’96 dei Leoni) tanto atteso, quanto necessario, per innestare nuova linfa vitale in ogni vena della compagine azzurra – a cui Franco Smith sta inserendo il suo ‘nuovo’ DNA -, che potrebbe scuotere nel tempo le gerarchie anche e forse soprattutto di un paio di reparti, quello della mediana, ed il ruolo di tallonatore, che sono i più “anziani” e sedimentati del gruppo.
I giocatori più “giovani” (non nella storia, ma guardando all’attualità) ad aver indossato la maglia 9 e 10 dell’Italia – titolari o dalla panchina, non fa differenza -, ad oggi, sono rispettivamente Callum Braley, nato nell’anno domini 1994, e Tommaso Allan, apertura classe ’93. E’ mancata, quindi, quasi integralmente, almeno per l’altissimo livello, una generazione, forse anche qualcosa di più di una sola. Stephen Varney – non stupisce la sua presenza, visto che aveva già espresso il desiderio di vestire l’azzurro anche al piano di sopra, dopo le uscite in Under 18 e 20 – e Paolo Garbisi, due destinati a trovare spazio vero sin dai primi appuntamenti – seppur ancora da forgiare sotto diversi aspetti per l’arena dei Test internazionali -, sono i capostipiti di una nuova interessante leva di numeri 9 e 10 giovanissimi, alcuni dei quali – del ’02 – impegnati nei prossimi giorni con l’Under 20 di Massimo Brunello.
Spazio che verosimilmente si aprirà anche al cospetto di Gianmarco Lucchesi, il quale ha accumulato esperienza di rilievo su campi di prestigio già lo scorso anno in Challenge Cup, da “permit player del Calvisano”.
Tallonatore livornese del ’00, quasi 10 anni in meno del capitano azzurro Luca Bigi, classe ’91, è il più giovane italiano, allo stato attuale, ad aver ricoperto il ruolo di numero 2: qui, insomma, di generazioni, almeno per ora, ne sono mancate anche 3. Lucchesi, passato in un anno da un lungo stop per infortunio ai tempi dell’Accademia, ad un ruolo da protagonista con il Benetton Rugby in Pro14 e un probabile debutto con i grandi, dopo le valide performance con la giovanile, è, al pari di Marco Manfredi, classe ’97 fermato da un problema al ginocchio lo scorso inverno, il futuro, ma necessariamente anche il presente della Nazionale.
Una rivoluzione completata dal seconda linea ’01 Riccardo Favretto, che va ad ingrossare le precarie fila di un reparto dove, in Italia, la coperta è oramai lunga da diverso tempo. Non a caso prima O’Shea e poi Smith hanno attinto alle residue energie degli ultratrentenni Alessandro Zanni e Dean Budd in tempi recenti. Sul seconda linea del Mogliano vigila da già un paio di stagioni il Benetton, attirato dai talenti e dalle dimensioni fisiche importanti di questo ragazzo. Forse non sarà pronto subito per il palcoscenico più importante, ma Franco Smith ha fretta e necessità di far crescere questi giovanissimi.
Infine, la truppa degli Anni Zero è completata da Federico Mori e Jacopo Trulla, duo di Calvisano trapiantato in maniera più o meno stabile a Parma, con le Zebre. Rispetto ad altri ruoli, quelli ricoperti dai due giocatori (centro, ala, estremo) hanno visto anche giocatori piuttosto giovani investiti di ruoli di rilevanza recentemente, ma la loro qualità è evidente. A meno di sorprese, sono ancora in fondo alle gerarchie dello staff tecnico, e il loro ruolo in campo in autunno sarà marginale: sta a loro però spodestare a suon di giocate chi gli sta davanti e ottenere ciò che pensano di meritare.
Nati dal 2000 nella lista convocati dell’Italia
Gianmarco Lucchesi – tallonatore ’00, Benetton Rugby – permit Mogliano
Riccardo Favretto – seconda linea ’01, Benetton Rugby – permit Mogliano
Stephen Varney – mediano di mischia ’01, Gloucester Rugby
Paolo Garbisi – mediano d’apertura ’00, Benetton Rugby
Federico Mori – trequarti centro/ala ’00, Rugby Calvisano (con le Zebre Rugby in Pro14 da permit)
Jacopo Trulla – estremo ’00, Rugby Calvisano (con le Zebre Rugby in Pro14 da permit)
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