L’allenatore della mischia italiana ha fatto il punto della situazione all’avvio del lavoro in vista dei match autunnali
Nella giornata di lunedì si è svolta una conferenza stampa virtuale dal raduno della Nazionale azzurra, da oggi in raduno a Roma per preparare i due recuperi del 6 Nazioni 2020 alla quale è intervenuto Giampiero De Carli. Sono 34 (più l’invitato Monty Ioane) i giocatori a disposizione dello staff tecnico azzurro che si allenano e alleneranno al centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti a Roma.
Cosa ha lasciato questo weekend appena trascorso? Tra la gagliarda partita di Treviso contro Leinster, e Minozzi che arriva da protagonista in finale di Premiership, le sensazioni quali sono?
Sicuramente buone, ma al contempo c’è l’esigenza di lavorare. Il fatto che il Benetton abbia sfidato Ulster e Leinster ci ha fatto vedere come le squadre irlandesi siano al momento in ottima condizione. Il fatto di aver giocato i playoff del Pro14 e delle competizioni europee gli ha offerto un bel vantaggio, ma comunque ne abbiamo approfittato per studiare il loro modo di giocare. Su Minozzi si può solo provare orgoglio per quello che ha fatto e farà, avere un italiano in finale di Premiership non capita certo tutti i giorni.
Cos’avete notato maggiormente riguardo al gioco proposto dalle squadre irlandesi nelle ultime settimane?
La grande intensità, la voglia di essere sempre attivi e propositivi, avendo molto chiari i game plan. E poi il fatto che riescano a commettere pochissimi errori, stiamo lavorando per avvicinarci a questo concetto.
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A livello di staff tecnico che parametri userete per valutare l’autunno azzurro? Vi riterrete soddisfatti il 7 dicembre se?
Abbiamo bisogno, e voglia, di vincere delle partite. Chiaro, non sarà semplice e non contiamo di fare sei su sei (tra Torneo e Autumn Nations Cup), ma siamo fiduciosi di poter portare a casa dei risultati. Nella prima gara di Bledisloe Cup in tanti si aspettavano un rotondo successo della Nuova Zelanda, e invece sappiamo com’è andata, dunque abbiamo l’obbligo di crederci.
Come ha ritrovato il pack dopo averlo visto a Parma nel raduno di inizio settembre?
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Devo dire che a Parma abbiamo lavorato molto bene, è stato un modo importante di rimettersi in moto. Qui a Roma ci aspettiamo dei miglioramenti perché comunque i giocatori hanno iniziato la loro stagione con le franchigie, dove hanno avuto tanta concorrenza e si sono meritati i minuti in campo sudandoseli. Con questo tipo di competizione interna dunque pensiamo di partire da una buona base qui a Roma.
Avete scelto di chiamare diversi giovani, possibili esordienti, reduci da un percorso con le Accademie e con la nazionale U20. C’è differenza rispetto a qualche anno fa riguardo il modo in cui si presentano in Nazionale maggiore?
Posso dire con certezza che questi ragazzi arrivano oggi con noi con grandissime qualità. Sia a livello di skills personali, sia per quanto riguarda la comprensione del lavoro e l’intensità dello stesso. Essere in queste condizioni a 19-20 anni è un ottimo biglietto da visita per il futuro, nonché una certificazione delle qualità del lavoro fatto con le Accademie. Per noi questo era, è e sarà, un modo vincente di creare dei giocatori che siano il più pronti possibile all’alto livello.
Cosa può dire della scelta di non convocare Federico Ruzza?
Il presupposto è che ora lui non c’è, ma non è assolutamente tagliato fuori dall’azzurro, anzi. Riguardo a questa scelta lo staff tecnico ha convocato i giocatori che riteneva migliori in questo momento. Come detto però per il futuro le porte sono assolutamente aperte.
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