Italia, Carlo Canna: “Potevo fare meglio da 12. Il gioco al piede è parte importante del nostro attacco”

Il trequarti azzurro ha parlato in conferenza stampa dal raduno romano, facendo il punto della situazione a quattro giorni da Dublino

Carlo Canna - Nazionale Italiana Rugby - Ph. OnRugby.it

Carlo Canna – Nazionale Italiana Rugby – Ph. OnRugby.it

Carlo Canna, utility back della nazionale italiana rugby e delle Zebre Rugby, è intervenuto in conferenza stampa virtuale, direttamente dal raduno azzurro, a meno di quattro giorni dal debutto stagionale in Irlanda, sabato 24, nel primo recupero del Sei Nazioni 2020, contro i verdi di Andy Farrell. “Dopo i primi 7 giorni di lavoro molto duro sul piano fisico, sia in palestra che in campo, questa settimana – attualmente in corso – invece è una classica, con le caratteristiche tipiche del pre match, nel corso della quale stiamo prestando più attenzione sul piano di gioco, concentrandoci sui nostri sistemi offensivi e difensivi”, ha esordito il beneventano, parlando di questi 14 giorni vissuti tutti assieme, in quel di Roma.

Irlanda-Italia (sabato 24 ottobre, ore 16.30), e tutti gli altri recuperi del Sei Nazioni 2020, oltre che su DMAX e DPlay saranno visibili anche in diretta streaming su OnRugby. Quindici minuti prima del calcio d’inizio troverei in homepage la notizia contente il player per poter vedere la/le diretta.

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Dilemma ruolo: lo vedremo a 10 o a 12? “Rivedendomi in tv, avrei potuto fare meglio a numero 12. In nazionale ho questa doppia opzione di impiego, ed è un bene. Vediamo cosa ne pensa Franco, delle mie prestazioni a primo centro e della posizione in cui propormi, eventualmente, in campo”.

Sul doppio playmaker: “Si adatta bene, come sistema di gioco, a quella che è la filosofia che vuole proporre Franco. È un qualcosa che apprezzo, anche perché così so di poter dare un grosso contributo sia in attacco che in difesa”.

L’importanza dei calci tattici: “Il piede è una parte di rilievo del nostro piano di gioco offensivo. Avere più atleti in campo in grado di calciare con costrutto, ci dà diverse chance per attaccare al meglio. Alcune squadre lo usano benissimo, noi dobbiamo saperlo gestire nel migliore dei modi. Non dobbiamo regalare palloni e possessi. Dobbiamo eseguire in modo accurato e preciso”.

L’ascesa impetuosa dei giovani vista da Carlo Canna: “Giocandoci assieme tutto l’anno, posso dire che siamo fortunati ad avere già con noi Federico Mori. Ha dimostrato di poter già fare la differenza anche a livello internazionale. Ha un fisico eccezionale, corredato però anche da una tecnica notevole. Tocca a lui farsi valere su questo palcoscenico. Lo stesso su cui può già stare, per quanto abbiamo visto in queste settimane, anche Paolo (Garbisi, ndr), che ci può dare una grande mano”.

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Carlo Canna e la sua routine pre partita

“Durante la giornata di gara mi rileggo il game plan. Nella mia mente visualizzo qualsiasi cosa possa capitarmi: mi immagino un’azione e valuto tutte le possibili conseguenze di una mia scelta, di una mia giocata in quel contesto. Dopo diversi anni di test match, tuttavia, arrivo abbastanza tranquillo alla gara, senza farmi prendere dall’ansia”.

I ricordi legati alla crescita nel Rugby Benevento

“Nonostante sia arrivato a questo livello più tardi (23 anni, ndr) rispetto ai suddetti giovani, sui quali si vede il lavoro delle Accademie. Io arrivo da un percorso diverso, che sia chiaro, non rimpiango (Canna è uscito dal Rugby Benevento, ndr). Forse però si miei tempi, e lo si vede dalla presenza qui di ragazzi come Giulio Bisegni e Pietro Ceccarelli, le società davano molta più formazione ai ragazzi giovani”.

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