Sei Nazioni 2020: Irlanda-Italia, l’analisi dei punti chiave dell’incontro

I tre maggiori temi tattici dell’incontro e un focus sugli interpreti. Kick-off alle 16.30, diretta DMAX, live streaming anche su OnRugby

Italia Irlanda

Italia-Irlanda, Sei Nazioni 2019 – ph. Sebastiano Pessina

L’Italia non vince contro l’Irlanda dal 2013. In trasferta ha vinto solamente due delle 52 partite giocate nel Sei Nazioni. Nelle ultime cinque gare contro squadre di tier 1 ha segnato tre volte 0 punti. L’Irlanda ha vinto 19 volte su 20 contro gli Azzurri con una media di 26,2 punti di vantaggio.

Con queste premesse è difficile essere ottimisti, ma ci sarà un momento nel quale l’Italia, prima o dopo, dovrà sovvertire questi numeri, dovrà ribaltare il corso della storia precedente per vincere una partita. Accadrà, e per farlo accadere domani, serve una prestazione monumentale su un campo difficilissimo come l’Aviva Stadium di Dublino.

Sono quattro i frangenti cruciali, tre tecnici e uno morale, che decideranno più di altri quale sarà il risultato che segnerà il tabellone quando gli Azzurri metteranno la testa nel tunnel degli spogliatoi dopo 80 minuti di sicura battaglia.

Irlanda-Italia (sabato 24 ottobre, ore 16.30), e tutti gli altri recuperi del Sei Nazioni 2020, oltre che su DMAX e DPlay saranno visibili anche in diretta streaming su OnRugby. Quindici minuti prima del calcio d’inizio troverei in homepage la notizia contente il player per poter vedere la/le diretta.

Leggi le formazioni delle due squadre:

Azzurri

– Irlanda

Fasi statiche

Le statistiche danno un quadro che mette più o meno sullo stesso livello i pacchetti di verdi e azzurri: nelle prime 3 partite del Sei Nazioni 2020, l’Italia ha subito 6 calci di punizione nelle 35 mischie giocate, una porzione molto simile a quella dell’Irlanda, che ha concesso 6 penalties in 36 mischie.

Anche il tasso di utilizzo è simile: l’Italia ha completato un totale di 12 mischie usando il pallone, mentre l’Irlanda è arrivata a toccare quota 15, secondo i dati messi insieme da AWS.

Tuttavia, gli appassionati italiani non dimenticano quanto è costata la mischia ordinata alla nazionale a febbraio. A guardarle a posteriori, anche le cifre del match perso con la Scozia a Roma parlano di un sostanziale pareggio nello specifico frangente, ma andando a vedere la partita nel dettaglio si scopre una sofferenza degli Azzurri piuttosto continua, e interrotta solamente in una porzione di partita. Quella dove Marco Riccioni condivideva la prima linea con Andrea Lovotti e Luca Bigi.

Il tallonatore degli Azzurri è l’unico superstite di quel terzetto fra le scelte di Franco Smith, che presenta Danilo Fischetti per la prima volta dal primo minuto ed è costretto a fare a meno del pilone destro del Benetton, confermando comunque Giosué Zilocchi che aveva iniziato tutte le partite della scorsa primavera.

Certo, Cian Healy non ha mai fatto della mischia chiusa il suo pregio più grande, Rob Herring è solido ma non irresistibile e in seconda linea Beirne è più leggero rispetto a praticamente tutte le altre seconde linee irlandesi, ed è quindi vero che l’Irlanda non si propone come una mischia ordinata devastante, il confronto con la controparte azzurra sembra metterli in vantaggio. In particolare occhio alla potenza di Andrew Porter contro un Fischetti al quale si chiede necessariamente una prova di grande resistenza e abnegazione per contenere l’avversario.

Altro tema di non poca rilevanza è quello della rimessa laterale: senza Federico Ruzza gli Azzurri hanno il loro miglior bersaglio in Braam Steyn. Nessuno degli altri componenti della rimessa laterale è un saltatore puro, con Cannone che rappresenta un target affidabile quasi solo davanti e Lazzaroni che dà il meglio di sé in altre situazioni. Se il pacchetto riesce a mettere in discussione i possessi azzurri, specie in rimessa laterale, la partita da difficilissima diventa impossibile.

Gioco al piede

Brian O’Driscoll ha detto in settimana che vorrebbe vedere un Conor Murray più libero e intraprendente in attacco rispetto ai compiti richiesti al numero 9 da coach Johann van Graan nel Munster. Tuttavia, recuperare la consumata tattica di riempire il cielo di Dublino di palloni ovali, box kick dopo box kick può davvero portare dividendi agli irlandesi.

Lo ha preannunciato Alessandro Troncon ai media italiani durante la settimana: sarà fondamentale la prestazione del triangolo allargato azzurro e degli altri giocatori preposti a coprire la profondità, prevedibilmente Garbisi, Canna e Violi, nelle sfide aeree.

L’Irlanda vorrà mettere sotto pressione gli Azzurri proprio lì dove l’Italia ha sofferto altre volte, ma la tattica può rivelarsi a doppio taglio: nel 2019 a Roma, complice un Edoardo Padovani in forma, l’uso del piede per mettere pressione e recuperare il possesso in una posizione di campo più avanzata non funzionò come doveva, e per poco gli Azzurri non fecero il colpaccio.

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Avanzamento

“L’Irlanda ha un gioco basilare – ha detto Troncon in settimana – sarà importante contrastare i loro avanti.” Anche se con Andy Farrell l’Irlanda intende espandere il proprio gioco, l’identità della squadra in verde è innegabilmente quella di vincere lo scontro davanti. E più di una volta negli scorsi anni, quando questo non è accaduto, i Trifogli ne hanno sofferto enormemente, finendo per perdere il bandolo della matassa.

Uno dei progressi più interessanti dell’Italia nel nuovo corso gestito da Smith è quello di aver implementato una filosofia difensiva più moderna improntata alla rapida salita e copertura degli spazi, per andare a togliere tempo e opzioni alla difesa. Tuttavia, ancora tanto deve essere fatto per migliorare il lavoro, soprattutto per quanto riguarda la capacità di rispedire al mittente le cariche avversarie.

L’Italia è stata spesso ben distribuita sul campo, facendo vedere anche sequenze difensive apprezzabili, mancando però nell’efficacia del placcaggio. Migliorar sotto questo punto di vista farebbe la differenza all’interno dell’incontro.

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Esperienza

E’ il confronti di cui tutti parlano e c’è un perché: Paolo Garbisi, 20 anni, 268 minuti di rugby ad alto livello in carriera, si trova di fronte a Jonathan Sexton, classe 1985, 91 caps con l’Irlanda, 6 volte British & Irish Lion, giocatore dell’anno 2018, 3 volte campione del Sei Nazioni, 4 Champions Cup, 1 Challenge e 5 Pro14 in vetrina.

Non è l’unico tributo d’esperienza che la nazionale italiana paga alla partita. Luca Bigi è il giocatore con più partenze da titolare nei primi 5 uomini, con 17. Zilocchi e Cannone ne totalizzano 3 ciascuno. Fischetti e Lazzaroni nessuna.

In panchina ci sarà Federico Mori, altro possibile esordiente.

Insomma, gli Azzurri sono davanti a un nuovo corso per davvero, e ai nuovi protagonisti in maglia azzurra tocca l’improbo compito di crescere velocemente per essere all’altezza degli avversari.

Più che ad ogni altro, questa responsabilità grava sulle spalle di Paolo Garbisi, per l’importanza della maglia che riveste. Il 10 del Benetton ha dimostrato di avere mente fredda e cuore caldo, di essere un giocatore sufficientemente fisico e di avere un buon bagaglio tecnico.

Inutile iIludersi che gli irlandesi lo lascino giocare tranquillo senza mettergli un bersaglio addosso, ma se Franco Smith gli ha affidato immediatamente tutte le responsabilità che la maglia numero 10 azzurra si porta dietro, ha fiducia nelle capacità attuali, e non solo in prospettiva, di questo ragazzo che fino ad ora è stato all’altezza di tutti i compiti che ha dovuto affrontare.

Lorenzo Calamai

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