L’assistente allenatore di Franco Smith ha parlato in un incontro stampa virtuale
Marius Goosen, assistente allenatore di Franco Smith, è intervenuto in un incontro stampa virtuale, per fare il punto della situazione in casa azzurra, ad un paio di giorni di distanza dalla sconfitta di Dublino.
“Ci sono tante cose da migliorare, soprattutto sul lato fisico. La nostra sensazione, in generale, è che siamo indietro su quel lato. Questo è anche uno dei motivi principali delle nostre difficoltà sui punti d’incontro. Se non ti puoi imporre, o quantomeno dimostrarti alla pari fisicamente, e lo abbiamo visto anche con Zebre e Benetton in questo avvio di annata agonistica, ti ritrovi – da quel punto di vista – in una posizione generale in cui non vorresti essere, nel corso di una partita. Non so se questo ritardo sia dovuto al lockdown, che ci ha costretto ad un lungo stop totale, oppure anche al fatto che gli irlandesi avessero già giocato innumerevoli partite ad altissimo livello, ed erano quindi ben più abituati di noi a combattere ad un certo standard”, ha esordito l’allenatore sudafricano, in forza anche al Benetton Rugby.
Sulle mancanza di oculatezza nelle scelte in frangenti chiave: “Abbiamo fatto molta fatica nell’imporre il nostro gioco, perché messi sotto pressione dalla loro line speed estremamente veloce. Durante la gara, ad ogni modo, si è visto che li possiamo mettere sotto pressione anche noi in attacco, come abbiamo fatto qualche volta, ma ci è sempre mancato qualcosa per finalizzare in queste partite, sia a Dublino, che, ad esempio, anche con la Scozia in casa a Febbraio. Sabato sul 17-3, siamo stati a lungo dentro i 22 loro, senza segnare. Così come sul 24-10. Ci manca esperienza e conseguente confidenza nel giocare in quei frangenti, sotto quella pressione, con lucidità”.
Costruire consistenza e qualità sotto pressione
Come ovviare a questo annoso problema? “Con sei partite (quasi) consecutive, un inedito, possiamo riuscire a forgiare una certa consistenza da quel punto di vista. Abituarci a lavorare sotto la pressione che solo un test match ti porta, riuscendo a migliorare nell’esecuzione e nelle scelte in attacco, limitando al minimo gli errori in difesa e cercando di eliminare parte dell’indisciplina”.
Sulla difesa nello specifico: “Quando subisci 50 punti è dura parlare positivamente della difesa, seppur in alcuni momenti della partita abbiamo mostrato di poter performare bene. Purtroppo, a ben guardare, una trentina di punti li abbiamo subiti a causa di errori nostri. Dobbiamo limitarli, così come non possiamo permetterci di concedere punizioni che ci portino con un lancio avversario in rimessa laterale dentro i nostri 22, perché stiamo facendo grande fatica nel fermare le maul rivali. Non possiamo permetterci di auto metterci sotto pressione, altrimenti non c’è buona difesa che tenga”.
Nuova generazione sugli scudi
Uno dei pochi aspetti positivi del pomeriggio di Dublino, probabilmente, è stato l’esordio tutto sommato positivo di tre classe ’00, provenienti direttamente dall’Under 20, che paiono non aver subito eccessivamente il salto in alto: “I tre ragazzi schierati sabato stanno facendo molto bene, meritano di essere qui anche per quello che stanno mostrando, dentro e fuori dal campo, con le franchigie. Vedendo da vicino le loro qualità ma anche il loro comportamento e la loro attitudine anche al Benetton, sapevamo fossero pronti per giocare anche al livello internazionale, come dimostrato da Garbisi, dal 1′, ma anche da Lucchesi e Mori che sono entrati a gara in corso. Sono in Italia da anni, e raramente ho visto così tanti 20enni con questo mix di qualità e consistenza già a tale età: significa che il sistema sotto, dall’Under 16 all’Under 20 sta lavorando bene e dando i suoi frutti, anche perché abbiamo anche altri 2/3 ragazzi che sono lì lì per essere coinvolti a loro volta”.
La chiosa su Mori: “Ad ogni modo, i tre in lista gara sabato, anche sotto il profilo atletico, sono già spendibili a questo livello. Essendo già ottimi in termini di impatto fisico, anche se possono e devono ancora migliorare tecnicamente e in altri ambiti del gioco, come è normale che sia. Parlando nello specifico di Mori, poi, Federico ha anche una duttilità non banale. Se scegliamo di andare con i 6+2 in panchina, avere con noi un ragazzo così, che può coprire diversi ruoli, è un bel plus”.
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