Gli Springboks continueranno a giocare nel massimo torneo internazionale dell’Emisfero Sud
L’inizio di nuova era. Nonostante quest’anno si disputi il Tri Nations e non il classico Rugby Championship, con gli Springboks che all’ultimo momento hanno preferito non partecipare al torneo, l’accordo fra le quattro superpotenze ovali dell’Emisfero Sud resta solido e “guarda” con ottimismo addirittura al 2030.
A confermare che Australia, Argentina, Nuova Zelanda e Sudafrica si sono sedute all’ideale tavolo delle trattative per cercare di sviluppare una soluzione comune verso il domani ovale è la stessa SANZAAR che per bocca del CEO Andy Marinons fa sapere: “Il reimpegno delle quattro federazioni per un futuro a lungo termine – fa sapere – ci dà la possibilità di pensare a un nuovo inizio”.
Poi prosegue: “Questo è solo il primo di una serie di annunci che daremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, mentre nell’immediato stiamo pianificando il 2021. Nonostante un 2020 pieno di difficoltà, siamo comunque riusciti a tenere vivo l’interesse sul gioco con il Tri Nations che andrà di fatto a chiudere quest’anno”.
Infine conclude: “Siamo entusiasti per l’Emisfero Sud pensando a come riposizioneremo e modificheremo le strutture delle nostre competizioni”.
Rugby Championship: il format e l’importanza
Il Rugby Championship continuerà a rimanere “il fiore all’occhiello” delle competizioni dell’Emisfero Sud ed è per questo che nei prossimi anni il format potrebbe essere modificato soprattutto nella configurazione dei calendari, con le squadre – indicazione in particolare per le trasferte – chiamate a compiere dei minitour per cercare di ridurre al minimo, laddove fosse possibile, i lunghi spostamenti e recuperare energie più in fretta.
Resterà immutato invece il numero dei match che comporrà la schedule della kermesse: sempre 12 totali, con sfide di andata e ritorno fra le quattro partecipanti (2×6), con una riduzione della metà negli anni in cui vi sarà la Rugby World Cup.
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