Una clausola contrattuale, il momento di pressione e confusione tecnica: il ct dei Dragoni ha bisogno di una vittoria
Che non sarebbe stato facile sedersi sulla panchina del Galles dopo l’era Gatland lo sapevano tutti, ma che sostituire il tecnico che ha segnato un’epoca per i Dragoni fosse così difficile non lo immaginava neppure lui: quel Wayne Pivac che in questo momento non se la sta passando bene a livello sportivo.
Un momento di confusione e pressione
Il Galles viene da cinque sconfitte consecutive e da 282 giorni di astinenza dalla vittoria: uno dei momenti più bui della recente storia della selezione britannica.
L’opinione pubblica e i media locali hanno ricordato a Pivac che il suo contratto presenta, a favore della Federazione (WRU), una clausola di interruzione del contratto dopo due anni (ovvero alla fine del 2021, ndr) cosa a cui lui ha risposto cosi: “Abbiamo l’intenzione di vincere tutte le partite. Al momento non c’è stata alcuna conversazione sul mio futuro o su quello di altri allenatori in merito ai risultati sin qui maturati. Abbiamo un piano a cui ci stiamo attenendo e sul quale stiamo lavorando. Sono regolarmente in contatto col CEO federale Steve Phillips e coi membri del board: loro sono informati su quello che stiamo facendo e il perchè lo stiamo facendo”.
La visione di Wayne Pivac
L’ex allenatore degli Scarlets, più che dell’imminente Autum Nations Cup sembra voler guardare a un futuro a medio-lungo termine che vada a collimare con la prossima Rugby World Cup: “L’obiettivo è quello di costruire una squadra in grado di vincere i Mondiali 2023: è dal primo giorno che ci focalizziamo su questo processo – afferma – non siamo soddisfatti dei risultati raggiunti, a tutti noi piace vincere, siamo esseri umani e comprendiamo che la pressione sta aumentando. Come ogni squadra vogliamo raccogliere il maggior numero di successi, ma non dobbiamo dimenticare l’obiettivo finale”.
“Nell’esaminare i risultati ottenuti in un torneo – e qui fa riferimento al Sei Nazioni 2020 – dobbiamo valutare come sono arrivati e che impatto hanno capendo anche quali obiettivi sono stati raggiunti nelle singole partite: questo vuol dire sviluppare un gruppo di giocatori. Come abbiamo ripetuto al gruppo, noi vogliamo che al termine di ogni competizione escano meglio di come ci sono entrati, sotto tutti i punti di vista: da quello tecnico a quello mentale passando anche per quello tattico”.
La “Questione Difesa”
Nelle parole di Wayne Pivac c’è tanta carne al fuoco, i temi snocciolati non sono pochi e pure quello relativo alle dimissioni di Byron Hayward, ex tecnico della difesa, è un topic che accende e non poco gli animi considerando che Shaun Edwards, ex “titolare” del ruolo, se n’è andato dopo la Rugby World Cup 2019 accasandosi nello staff tecnico di una Francia che sta facendo faville e che qualche settimana fa ha battuto il Galles in un warm-up Test Match.
“Dopo il termine del Sei Nazioni 2019, Shaun Edwards ci ha detto che sarebbe tornato sul mercato. Ho avuto una trattiva con lui, perchè ci tenevamo al fatto che fosse dei nostri e lui stesso era molto entusiasta del fatto di lavorare con Byron Hayward, in un “sistema a due”, ma poi le cose sono cambiate. Abbiamo provato a fare uno sforzo, ma non abbiamo trovato un punto d’incontro”.
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