Italia, la Scozia è vicina. Smith: “Pensiamo a giocare al meglio delle nostre capacità”

In conferenza il tecnico spiega la necessità di rimanere in equilibrio fra risultato e crescita

Franco Smith e Luca Bigi Sei nazioni 2020

Il tecnico e il capitano dell’Italia: Franco Smith e Luca Bigi – ph. Sebatiano Pessina

Sabato pomeriggio, allo stadio Artemio Franchi di Firenze, l’Italia di Franco Smith e Luca Bigi va all’assalto della Scozia nella prima partita della Autumn Nations Cup.

Un incontro dal quale il pubblico italiano, in attesa del primo risultato positivo di questa iterazione della nazionale, si aspetta molto.

L’head coach degli Azzurri, nella conferenza stampa di presentazione dell’incontro, non nega di essere davanti ad un’occasione: “Vogliamo sempre raggiungere un risultato. Se non lo diciamo è per non aumentare ulteriormente la pressione, ma tutti qui lavorano per vincere: è sempre nei nostri obiettivi.”

“Vogliamo andare sul campo e giocare al massimo delle nostre capacità. Vincere sarebbe oro, ma abbiamo anche altri obiettivi da raggiungere e per questo sarebbe importante togliere la pressione del risultato, andare là fuori e giocare come meglio possiamo. Una vittoria dovrebbe essere solo la risultante del duro lavoro fatto finora.”

Le scelte di formazione

“Con Edoardo Padovani infortunato abbiamo scelto Jacopo Trulla per giocare dall’inizio – ha proseguito Franco Smith – In ogni raduno abbiamo seguito la sua crescita e il suo modo di lavorare: ha fatto bene abbastanza da meritarsi la sua chance. D’altronde per lui come per gli altri si tratta di un percorso: Trulla è destinato a rappresentare stabilmente l’Italia nel corso dei prossimi dieci anni. Incominciando magari proprio da sabato.”

“Per noi il suo esordio è importante, in un momento dove stiamo introducendo tanti nuovi giocatori, per costruire la squadra che sarà competitiva per i prossimi anni.”

Fra le scelte di Smith, c’è anche la prima maglia da titolare per Marco Zanon, il possibile esordio di Stephen Varney e il ritorno di un veterano come Leonardo Ghiraldini.

“L’esperienza è ciò che Leo porta alla squadra. Fisicamente sta bene: questi 18 mesi in cui è stato fermo hanno prolungato, secondo me, la sua carriera. Ha ancora tanto da dare, è un atleta completo che ha un grande vissuto di mischia chiusa. I piloni che saranno intorno a lui hanno bisogno di questo, d’altra parte la differenza fra lui e Lucchesi è di 104 partite” chiosa Smith.

E capitan Bigi aggiunge: “La figura di Leo è fondamentale. Quando sono arrivato in Nazionale, in quel momento era lui il capitano e ha dato tantissimo a tutti come giocatore, come persona e come amico. E’ stato ed è un esempio per tutti, abbiamo un rapporto collaborativo, ci confrontiamo spesso e la sua parola viene pesata notevolmente. E’ sicuramente un valore aggiunto.”

Gli avversari

Anche per quanto riguarda la Scozia, la formazione titolare ha subito delle variazioni, principalmente a causa di alcuni infortuni.

“Dopo la delusione della Rugby World Cup hanno puntato tanto sulla crescita del loro pacchetto di mischia e sulla difesa, le cose che non erano andate bene al mondiale. – ha detto Franco Smith a proposito degli avversari della prima giornata di Autumn Nations Cup – Duncan Weir apertura porterà qualcosa di diverso alla loro squadra. Ovviamente con Russell e Hastings abbiamo conosciuto una Scozia molto offensiva, ma non credo che questo cambierà, vorranno comunque giocare con la palla in mano. Tuttavia Duncan ha anche una grande abilità al piede, e prima del 2016 ha giocato tanto per la Scozia, quindi conosce bene il modo di lavorare di Gregor e del suo staff: il suo inserimento in squadra sarà facile.”

Equilibrio fra oggi e domani

Che lavoro sta facendo Smith per la nazionale italiana?

Interpellato su quale sia l’orizzonte temporale del proprio lavoro, ovvero se le sue selezioni puntino ad avere il miglior XV a disposizione oggi o se si lavora soprattutto in chiave potenziale, l’head coach risponde di essere in equilibrio fra l’ottenere un uovo oggi e una gallina domani.

“Noi stiamo costruendo una squadra. Abbiamo i migliori giocatori in raduno, ma lo abbiamo detto fin dall’inizio: vogliamo creare una rosa allargata di 45 giocatori.”

“Per me è molto importante costruire questo gruppo, ma è difficile farlo nell’ambiente dei test match, dove i risultati hanno una grande rilevanza. Per questo devo sempre riuscire a tenere un equilibrio. Penso comunque che abbiamo dimostrato il nostro impegno a sviluppare ogni giocatore che abbiamo convocato. Poi noi ogni settimana scegliamo coloro che riteniamo i migliori, in modo anche da spingere chi rimane fuori a continuare a lavorare per avere la loro chance.”

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