Abbiamo parlato con il centro dei Leoni, tra imprese titaniche, futuro internazionale e momento del Benetton Rugby
“Non me lo aspettavo, e forse, sinceramente, non se lo aspettava nessuno nemmeno in Argentina. Sono molto contento per i ragazzi. Hanno prodotto uno sforzo immane per arrivare a questo torneo in certe condizioni, visti tutti i problemi. La cosa che mi ha colpito maggiormente, anche se magari può sembrare banale, è la fisicità di livello stellare che hanno saputo mettere in campo: la grande chiave del successo di questi Pumas”. La nostra intervista con Ignacio Brex, centro classe ’92, del Benetton Rugby, non poteva non iniziare dall’impresa dell’Argentina, suo paese di nascita, nonché team in cui l’ex Viadana ha ancora tantissimi amici.
“Conosco tanti dei ragazzi in campo sabato. Ho avuto la fortuna di condividere tante esperienze dentro e fuori dal campo con alcuni di loro in campo, tra giovanili e 7s. Mi sono complimentato con loro dopo la partita, perché sono stati straordinari. Un aggettivo di cui alle volte si abusa, ma che in questo caso specifico, forse, sta pure stretto, visto quello che hanno combinato (sorride, ndr)”, ha raccontato ad OnRugby Ignacio Brex, spiegandoci poi anche l’impatto mediatico clamoroso dell’impresa.
“In Argentina, tutti i media ed i social network sono esplosi per la vittoria di Sydney. Tutti, e quando dico tutti, intendo proprio tutti, per giorni, hanno parlato solo di quello. Per una settimana, anche il calcio, che è una vera e propria religione pagana, ha lasciato il palcoscenico sportivo principale alla palla ovale”.
“Dopo sei mesi di misure contenitive piuttosto rigide per provare a superare l’emergenza sanitaria, peraltro, anche grazie all’arrivo del caldo e della primavera inoltrata, si sta pian piano riaprendo un poco tutto e questa vittoria ha dato una carica vitale a tutta la popolazione veramente pazzesca”.
Futuro azzurro…
Una carica simile a quella ricevuta da Brex, pochi giorni fa, quando dopo un lungo periodo di attesa, tra mille incertezze, ha scoperto di poter indossare la maglia della selezione azzurra XV.
“Settimana scorsa, World Rugby ha dato l’ok per la mia eleggibilità giocare con la maglia azzurra: non riesco ad esprimere completamente, a parole, la mia felicità per questa cosa. La federazione mi ha aiutato nel fare chiarezza sulla mia situazione: ci hanno sempre pensato loro a comunicare con il governo ovale mondiale, che dopo qualche mese – tra elezioni e caos sanitario avevano altre priorità -dalla mia domanda, ha dato risposta positiva al mio quesito sulla possibilità di rappresentare la nazionale italiana XV, al massimo livello”, ha spiegato l’ex Viadana, dettagliando poi la questione.
“Ci sono dei criteri da rispettare per avere il cambio di eleggibilità: 3 anni di residenza nel paese, il passaporto italiano (che ho da tempo, grazie a nonni e bisnonni italiani) e, visto che ho rappresentato la seconda squadra Argentina e la selezione 7s dei Pumas, mi serviva anche giocare il torneo di qualificazione olimpica con la compagine italiana del seven. Requisiti in mio possesso”, ha puntualizzato il centro classe ’92, che potrà così rappresentare, d’ora in poi, una nuova interessante opzione in mezzo al campo per Franco Smith e la sua Italia.
Il momento dei Leoni
Il trequarti di origine argentina, tuttavia, nonostante le forti emozioni provate recentemente, è focalizzato principalmente sul Benetton Rugby, con cui le cose, in questo avvio di stagione, non stanno andando alla grandissima (4 sconfitte, su 4 uscite celtiche).
“Nell’ultima partita, andando nello specifico, ha sicuramente fatto la differenza in negativo l’indisciplina fuori controllo. Strano, perché rispetto alla scorsa stagione avevamo limitato nettamente questo problema nelle prime gare della stagione, ed invece è riemerso all’improvviso a Newport”, ha attaccato così il discorso legato ai biancoverdi, l’ex San Cirano.
“Anche perché in casa Benetton proviamo a curare la disciplina, ogni giorno, in senso generale. Arrivare in orario, eseguire ogni richiesta professionale al meglio, mangiare bene e sano, dormire e riposare con qualità. Se fai tutto questo per bene, poi vedi il riflesso positivo in campo. Se fai tutto male fuori, invece, rischi di pagarne dazio malamente. Questa settimana le cose sono andate decisamente in modo negativo, anche se, va detto, in questo caso tanti calci sono arrivati da maul e da mischia, dove l’incidenza dell’aspetto tecnico, forse, e superiore a quella dell’aspetto psicologico”, ha proseguito, prima di indicare un altro dei problemi principali dei Leoni in questo ’20/’21.
“La squadra sta al livello del torneo. Abbiamo tutto anche per giocare, in linea di massima, anche meglio di così, ma abbiamo piccoli dettagli assolutamente da limare, a partire dall’efficacia dentro i 22 metri avversari. Stiamo sprecando opportunità su opportunità: in vantaggio nelle statistiche di possesso e territorio, come abbiamo fatto a perdere certe partite? Ce lo siamo chiesti più volte, e la risposta sta proprio nella gestione non ottimale della palla in zona rossa”, ha sentenziato Brex, che percepisce il tutto anche nel corso delle sfide.
“Lo sento anche dentro il campo: abbiamo tanta frenesia. Troppo frenesia. Negli anni forse non si è stati abituati a vincere e soprattutto ad avere il dominio del territorio o del possesso, e quindi spesso si tende a provare a risolvere l’azione o la partita con giocate estemporanee e frettolose. Con la giocata ad effetto. Invece, dobbiamo imparare da Ulster e Leinster: squadre capaci di farti anche 25 fasi in zona rossa, senza farsi prendere dall’ansia di concludere. A loro non interessa fare cose eclatanti o belle. Hanno un unico pensiero: essere efficaci”.
Dettagli da limare già dalla trasferta di Swansea, domenica (alle 14.45). “Sicuramente gli Ospreys fondano tante delle loro fortune sull’aspetto fisico. Dovremo esserne all’altezza e sistemare necessariamente la disciplina, lavorando su concentrazione e su un game plan ad hoc, in questi pochi giorni che precedono la gara”, ha concluso Ignacio Brex.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.