Una sfida che si preannuncia bollente, con un Eddie Jones che ha tirato fuori l’artiglieria pesante, in campo e a parole
La seconda giornata di Autumn Nations Cup offre un interessantissimo Inghilterra-Irlanda come big match, sfida tra l’altro chiave per le sorti della Pool A. Per rango e per risultati recenti, sul prato di Twickenham si sfidano due squadre di alto livello, che hanno una serie letteralmente infinita di motivi per portare a casa il successo. La partita, che sarà trasmessa in streaming dalle 16.00 sul sito www.sportmediaset.it, è stata ovviamente condita a suo modo da Eddie Jones, che l’ha definita “la gara più importante dell’anno”. Un bluff o parole sincere?
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#1 Caps e giocatori in campo. Inghilterra e Irlanda scenderanno in campo presentandosi con numeri diversi dal punto di vista dell’esperienza. 725 i caps inglesi, “solo” 433 quelli irlandesi. Eddie Jones ha schierato, anche perché ha potuto, tutta la sua artiglieria pesante inserendo comunque un Ollie Lawrence da tenere sott’occhio. Dall’altra parte della barricata Andy Farrell ha dovuto mischiare le sue carte, non potendo contare su Sexton e Henshaw. Al loro posto spazio a Byrne e Chris Farrell, con il resto della squadra praticamente confermata e un nuovo capitano, cioè il seconda linea di Leinster James Ryan.
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#2 Breakdown da sballo. Se già normalmente le fasi di gioco a terra sono importanti, con due terze linee del genere diventano semplicemente decisive. Eddie Jones ha tolto Willis, pur positivo nell’esordio con la Georgia, dal XV per tornare ai suoi “kamikaze kids” Underhill-Curry in terza linea, al fianco di un Billy Vunipola in grande forma. Sarà un duello di altissimo profilo contro i volponi Stander-O’Mahony e il nuovo che avanza sotto la forma di Caelan Doris.
#3 Mind games mode on. Nella conferenza stampa pre-match, Eddie Jones è apparso letteralmente scatenato, andando a punzecchiare gli avversari senza sosta. Il primo aspetto su cui ha acceso la miccia è stata la tecnica del pilone Andrew Porter, che secondo lui merita più attenzioni da parte dell’arbitro per valutarne la correttezza. L’altro aspetto ci porta al punto numero 4.
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#4 United Nations of Ireland? L’ha definita così Jones, perché nel XV titolare ci sarà un terzo dei giocatori che è nato e cresciuto in altri continenti, ed è stato poi qualificato irlandese per residenza nel paese. Parliamo dei “neozelandesi” Bundee Aki, James Lowe e Jamison Gibson-Park, e dei “sudafricani” CJ Stander and Quinn Roux, tutti inseriti nella formazione di partenza. C’è stato chi, in Irlanda, abbia criticato la scelta: gli ex-internazionali Luke Fitzgerald e Tony Ward si sono detti contrari a questa tendenza, che in passato non accadeva. Lo stesso Jones, che non ha voluto criticare ma solo far notare la cosa, ne ha parlato sottolineando come sia stato tutto fatto nel pieno rispetto delle regole del rugby internazionale di oggi. L’ultima parola è stata quella di Richie Murphy, assistente di Farrell, che ha liquidato la questione così: “Pensiamo che tutti i nostri giocatori siano irlandesi. Stop. Sono stati a lungo nel nostro paese, hanno vissuto nelle nostre comunità, e pensiamo che siano le scelte migliori per vincere”.
#Battaglia fisica. Sarà verosimilmente la combinazione potenza-resistenza a declinare il nome del vincitore. L’Inghilterra è reduce da tre successi nelle ultime sfide dirette con i verdi, compreso anche lo sberlone da 50 punti rifilato prima della Coppa del Mondo 2019. Anche Rory Best parlando prima del match ha sottolineato come la fisicità dell’Inghilterra possa mettere in crisi la sua ex squadra, che nel 2020 è stata battuta (appunto) dai bianchi e dalla Francia, due formazioni che hanno nella potenza un’arma devastante.
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